Gian Luca Rana, amministratore delegato, e Giovanni Rana jr, Global innovation & project manager, del Pastificio Rana, preferiscono parlare di sinergia generazionale invece che di ricambio generazionale. Perché? “Questa idea nasce negli Anni 90 quando con papà abbiamo iniziato a pensare l’azienda del futuro” racconta Gian Luca Rana. “All’epoca la sfida era crescere fuori dall’Italia ma mio padre riteneva che non fosse possibile. Io al contrario ritenevo che si dovesse fare. Allora decidemmo che un gruppo dirigenziale mi avrebbe affiancato nel “superare le Alpi”. Quel processo avrebbe dato vita anche alla nuova squadra che avrebbe cambiato l’azienda: quindi nessuno è subentrato e nessuno stato sostituito. Tutto è avvenuto con un processo. E oggi siamo sì un gruppo alimentare ma anche un’azienda che ha 280 brevetti con l’85 per cento delle macchine industriali che sono state progettate e costruite da noi. Due generazioni si sono compenetrate e ora stiamo facendo la stessa cosa con i giovani: c’è una squadra di “senatori” e una squadra di giovani talenti. All’interno della “Casa dell’innovazione” l’età media è di 28 anni”. “Tutto questo avviene” aggiunge Giovanni “con umiltà e curiosità. Spesso la mia generazione è convinta che fatta l’università si sia già fatto il nostro. Invece non è così: non è retorico dire che il lavoro è la parte più importante. Dalla parte dei giovani c’è l’innovazione mentre dalla parte dei senatori c’è la pazienza e la volontà di insegnare. E non è scontato”. Come si fa a giudicare un figlio? “Più che giudicarli” risponde Gian Luca Rana “i figli bisogna viverli. Si può fare avendo delle passioni comuni che siano fuori dall’azienda. Con Giovanni amiamo fare safari fotografici, girare per le città, mentre con mia figlia Maria Sole ci unisce  l’equitazione”. E la leadership? “Credo che la leadership si ha o non si ha” dice Gian Luca Rana. “Credo che Giovanni sia un grande leader, molto più di me. Coinvolge i giovani ed è adorato dai senatori dell’azienda. Credo che sia stato importante che abbia potuto sviluppare un progetto tutto suo. Quale? “Stiamo vendendo” racconta Giovanni “le nostre tecnologie produttive ai grandi player americani dell’alimentazione. Una nostra macchina può essere utilizzata per fare un tortellino ripieno o un nachos ripieno per Tacos Bell, per esempio, ed è su questomercato che stiamo lavorando”.