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SONDAGGIO BOSTON CONSULTING GROUP

L’intelligenza artificiale è un’occasione per ripensare le organizzazioni aziendali

Una delle tre priorità strategiche per i vertici delle grandi aziende. Che puntano a un ritorno degli investimenti doppio rispetto alla media
News
Pubblicato il 20 Feb alle 18:08

L’intelligenza artificiale rimane una priorità fondamentale per i leader aziendali di tutto il mondo nel 2025, ma con un focus sempre più forte sulla generazione di risultati tangibili. E le aziende leader destinano oltre l’80% dei loro investimenti in IA alla ristrutturazione di funzioni chiave e all’invenzione di nuove offerte, piuttosto che a iniziative di minore scala focalizzate sulla produttività. Ancora, due terzi delle aziende stanno esplorando l’uso di agenti IA (sistemi avanzati che possono agire autonomamente) suggerendo che il 2025 potrebbe segnare un punto di svolta per la loro adozione. Sono questi i tre aspetti più importanti emersi nell’indagine di BCG (Boston consulting group) tra i dirigenti di alto livello, la cosiddetta C-suite (C come chief negli acronimi Ceo, Coo, Cfo, eccetera). Per il secondo anno, l’indagine globale BCG AI Radar ha catturato il sentiment dei dirigenti aziendali riguardo l’IA. Più di 1.800 dirigenti hanno espresso le loro vittorie e le loro difficoltà con la tecnologia.

L’iniziale entusiasmo attorno all’IA, in particolare all’IA generativa (GenAI), si sta evolvendo in un focus più profondo sull’esecuzione e sui risultati. L’importanza dell’IA nel C-suite rimane costante; tre quarti dei dirigenti la indicano come una delle tre principali priorità strategiche per il 2025. Le aziende prevedono di investire di più nella GenAI nel 2025 rispetto all’anno precedente, anche se si rendono conto che la sensazione intuitiva e amichevole della GenAI nasconde la disciplina, l’impegno e il duro lavoro necessari per introdurre queste tecnologie nel posto di lavoro.

Focalizzarsi su pochi obiettivi

Un quarto dei dirigenti afferma che le loro aziende hanno creato valore significativo dalle iniziative di IA, concentrandosi su un numero ristretto di progetti. Queste aziende scalano rapidamente tali iniziative, modificando i processi fondamentali, migliorando le competenze dei loro team e misurando sistematicamente i ritorni operativi e finanziari. In particolare emerge, tra l’altro, un divario di impatto tra aspirazioni e risultati.
La maggior parte delle aziende mira troppo in basso, dando priorità a iniziative di minore scala focalizzate sulla produttività. Le aziende stanno diluendo i loro sforzi scommettendo su troppe iniziative IA. Le aziende leader si concentrano sulla profondità piuttosto che sulla quantità, dando priorità a una media di 3,5 progetti rispetto ai 6,1 delle altre imprese. I leader prevedono di generare un ROI (return on investments) 2,1 volte maggiore dalle loro iniziative IA rispetto alla media.

Una convinzione diffusa è che troppo pochi dipendenti sono stati formati sull’IA. Meno di un terzo delle aziende ha migliorato le competenze di un quarto della propria forza lavoro per utilizzare l’intelligenza artificiale. Questo è un miglioramento rispetto all’anno scorso, ma lontano da ciò che è necessario per far sentire i lavoratori a loro agio con una tecnologia che minaccia il lavoro.

La maggior parte delle aziende, poi, non monitora i KPI (Key performance indicators) finanziari delle proprie iniziative di IA.

Azioni per colmare il divario

Vincere con l’IA è una sfida sociologica tanto quanto tecnologica. Gli aspetti “soft” (ripensare i flussi di lavoro, migliorare le competenze e guidare il cambiamento organizzativo) si rivelano essere le parti più difficili.

Le organizzazioni più evolute seguono il principio 10-20-70, dedicando il 10% dei loro sforzi agli algoritmi, il 20% ai dati e alla tecnologia e il 70% alle persone, ai processi e alla trasformazione culturale. Questo principio si applica anche quando le aziende introducono agenti IA: due terzi delle aziende stanno esplorando il potenziale di questi sistemi che possono percepire, pianificare e agire autonomamente. Le aziende devono integrare questi agenti nei flussi di lavoro affinché completino e migliorino il lavoro umano. Due terzi delle aziende si aspettano di mantenere la dimensione della propria forza lavoro. L’IA, è la convinzione, non raggiungerà mai il suo potenziale se i lavoratori si sentiranno privati dei loro diritti e sostituiti.

Concentrazione, concentrazione, concentrazione.

Per sbloccare il potenziale dell’IA, i Ceo dovrebbero adottare un approccio mirato e pratico, con queste azioni:
– Ripensare i modi di lavorare e i modelli organizzativi e operativi.
– Concentrarsi su poche opportunità strategiche, incoraggiando al contempo iniziative esplorative dal basso.
– Mettere l’IA al servizio delle ambizioni aziendali con risultati chiari e un rigoroso monitoraggio del valore.
– Guidare il cambiamento culturale e organizzativo. Ripensare i flussi di lavoro, migliorare le competenze dei team e promuovere una cultura di innovazione nell’IA.
– Prepararsi a scenari futuri, anticipando il prossimo valore dell’IA e i rischi associati.

 

Quanto si prevede di investire in intelligenza artificiale nel 2025?

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