Riccardo Stefanelli è co-amministratore delegato Brunello Cucinelli, oltre che genero di Brunello Cucinelli avendo sposato Camilla. E’ entraro in azienda nel 2006 da “apprendista” e poi è cresciuto sino al ruolo di co-amministratore. “In una famiglia imprenditoriale si entra in punta di piedi, con rispetto per la famiglia e per i suoi valori. Perché una impresa familiare è data da tutto ciò che lega quella famiglia. Bisogna riconoscere quel valore e non stravolgere il percorso che ha portato fin lì”. Questo si traduce in grande rispetto. In Brunello Cucinelli esiste un insieme di regole: “Servono a proiettare l’azienda nel futuro, perché viva nel tempo e non solo fino alla prossima trimestrale” spiega Stefanelli. “Perché questo avvenga all’interno della Brunello Cucinelli si fanno “scorte”. E’ già previsto che cosa succederà alla scomparsa del fondatore: le due figlie verranno affincate da tre saggi che le aiuteranno nel condurre l’azienda. Non solo: ogni figura apicale, a cominciare dalla mia, è condivisa in una co-leaderdship. Il raddoppio delle funzioni ha un costo ma l’andamento dell’azienda dimostra che a lungo termine funziona”. Stefanelli crede anche che le famiglie debbano aprirsi per proiettarsi nel futuro e capire che a volte la famiglia non basta, soprattutto se l’azienda è un bene comune e non solo un fatto privato. A 60 anni in Brunello Cucinelli accade qualcosa di particolare: “Sì, a 60 anni si perde la leadership della funzione e il 30 per cento dello stipendio a tutto vantaggio di quello chw fino a quel momento era stato, diciamo, il copilota”.
Daniela Montemerlo, professoressa ordinaria di Economia aziendale Università dell’Insubria, Affiliate Professor Sda Bocconi