È affidato alle donne il compito di tenere alto il nome della famiglia e fare da tramite tra l’impresa e la comunità che la circonda. È il dato che emerge dalla prima ricerca realizzata su questo tema dall’«Osservatorio Aub dell’Università Bocconi e realizzata su richiesta e per Family Business Forum. Le fondazioni italiane esaminate sono in totale 191, di cui 94 riconducibili a una famiglia.
Ebbene, più della metà (53,2%) delle cariche operative di rilievo sono occupate da donne, un dato che stacca di netto il 30% circa di donne presenti nelle fondazioni non di famiglia.
La tendenza diventa ancora più chiara quando si guarda il vertice: nel 90% dei casi è occupato da una donna parte della famiglia stessa.
Anche considerando gli organi di governo nel loro complesso, e non solo le posizioni apicali e di gestione, nelle fondazioni di famiglia le donne sono fortemente rappresentate e circa l’80% di loro contano almeno una donna in questo ruolo, superando di 10 punti la percentuale riscontrata nelle fondazioni non di famiglia.
«Sebbene non vi siano differenze significative nella presenza complessiva delle donne tra le fondazioni di famiglia e quelle non di famiglia, la percentuale di donne ai vertici è notevolmente più alta nelle prime», spiega Fabio Quarato, direttore dell’Osservatorio Aub. «Questo potrebbe suggerire una maggiore inclinazione delle donne delle famiglie a ricoprire ruoli apicali all’interno delle fondazioni familiari, ma le ragioni dietro a questa tendenza possono essere molteplici e richiedono ulteriori indagini».
«La ricerca ci offre un primo sguardo sull’evoluzione della leadership femminile nelle fondazioni familiari italiane», dice Maria Silvia Sacchi, direttrice di Family Business Forum. «I risultati sollevano, infatti, alcuni interrogativi riguardo alle dinamiche di genere e al ruolo delle donne nelle famiglie. Una prima lettura potrebbe essere che, dal momento che la gestione delle imprese è solitamente affidata agli uomini della famiglia o a manager esterni uomini, le donne vengano “relegate” a compiti più tradizionali di cura, in questo caso cura della storia della famiglia e del rapporto con i territori. Considerando, invece, il sempre maggior peso che la filantropia sta acquisendo anche nella società italiana, si può vedere un lato positivo per l’importanza dei settori nei quali le fondazioni familiari investono».
Una ricerca, realizzata nel 2023 dall’Osservatorio Aub sempre per conto di Family Business Forum, metteva infatti in evidenza che le fondazioni familiari dedicano le loro risorse alla promozione dell’arte e cultura, all’assistenza sociale, all’educazione ambientale, alla ricerca scientifica e alla lotta contro la povertà. Oltre alle attività sportive, anche questo è un settore di coesione sociale dal quale le fondazioni non familiari sono, invece, del tutto assenti. Sono cioè al servizio della collettività.
La ricerca su donne e fondazioni è parte di una analisi di più ampio respiro sulle donne nelle imprese familiari, che tra origine da studi americani secondo i quali nei prossimi anni ci sarà un numero elevato di eredi multimilionari. Finora l’attenzione è stata concentrata sugli uomini, sul loro ruolo e sui loro investimenti. Dal momento che la metà dei prossimi eredi sono donne è importante capire le loro attitudini e i loro ruoli.
Qualche numero in più
• La Lombardia è la prima regione italiana per numero di Fondazioni presenti sul territorio, con oltre 1/3 del totale (37,6%)
• Le prime tre regioni (Lombardia, Lazio e Piemonte) registrano circa i due terzi delle Fondazioni presenti sul territorio italiano
• In media, le fondazioni sono state costituite una trentina di 30 anni fa. Circa il 13% sono state costituite oltre 50 anni fa (prima del 1975), e circa il 20% sono di recente costituzione (dal 2010 in avanti)
• Le Fondazioni di famiglia sono mediamente più giovani (1997 vs 1992). L’incidenza delle fondazioni di famiglia costituite a partire dal 2010 è superiore di 10 punti (24,7% vs 14,6%)