di E.T.
Dieci acquisizioni in dieci anni e un fatturato salito dai 200 milioni del 2009 a 1,2 miliardi di oggi: senza questi numeri non è facile capire il vero senso strategico di una scommessa da 35 milioni investiti in un nuovo centro logistico appena inaugurato a Ostiglia, nel Mantovano, dalla famiglia Anghileri, che possiede e gestisce il gruppo Eusider di Costamasnaga, in provincia di Lecco. Una crescita che ha sorpreso il mercato e che impone una razionalizzazione organizzativa e una analisi aggiornata dei flussi delle materie prime e dei prodotti finiti e una nuova mappa della catena produttiva: nove società controllate, 700 dipendenti in 15 sedi, una filiera che si occupa di lavorazioni di acciaio, inox e alluminio per l’industria meccanica, dei veicoli industriali e macchine movimento terra, della cantieristica. Tanto più che si tratta di una industria pesante come quella siderurgica, considerata tradizionale ma dove l’innovazione continua e i rapporti tra quotazioni fluttuanti, time to market e gestione dei magazzini rappresentano uno snodo decisivo per mantenere e ampliare le quote di mercato in Italia e all’estero, «dove spediamo il 35% delle produzioni», ricorda con orgoglio Maria Anghileri, coo del gruppo. E per garantire e migliorare la reddività, fonte dei nuovi investimenti. Come, appunto, i 35 milioni trasformati in uno stabilimento di 50 mila metri quadrati coperti che ha tutte le premesse per ulteriori sviluppi una volta andato a regime (tre anni) con un centinaio di dipendenti dedicati alla lavorazione e soprattutto allo stoccaggio e alla spedizione di tubi senza saldatura, dei tondi e dei tubi trafilati. «Concentreremo qui le attività oggi distribuite in cinque centri in Lombardia e in Emilia», spiega Eufrasio Anghileri, ceo di Eusider e protagonista della crescita del gruppo con il fratello e cofondatore Antonio. E con la seconda generazione ai vertici dell’azienda: i figli di Eufrasio Giacomino e Maria, ad e coo del Gruppo.
Ma non si tratta solo di razionalizzazione logistica, che in futuro potrà riguardare altre linee produttive. Il nuovo polo ha tutte le opportunità di crescita per Eusider (un secondo lotto di 30 mila metri quadrati potrà riguardare le lamiere da treno) e anche per insediamenti di altre aziende. Una porta sul futuro, come hanno sottolineato i rappresentanti delle istituzioni alla festa per il taglio del nastro. Istituzioni locali, che hanno creato condizioni favorevoli per la nuova iniziativa, come ricorda Eufrasio Anghileri. E istituzioni nazionali, che hanno parlato di «un caso importante di vera responsabilità di impresa» da parte di una famiglia citata come esempio del «sano capitalismo familiare che ha reso grande questo Paese» (parole di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria). In un territorio «che ha necessità di altri grandi investimenti come questo», «espressione dell’Italia migliore che lavora, produce, innova» (messaggio di Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministro per le Riforme istituzionali).
Adesso, però, le istituzioni hanno una grande opportunità per passare dalle parole ai fatti. Creare un piccolo collegamento ferroviario che connetta il nuovo hub alla rete nazionale, distante oggi solo 1,2 chilometri. Si moltiplicherebbero così gli effetti sul territorio del progetto di Eusider di Ostiglia, scelta perché è collegata direttamente attraverso il Canal Bianco all’Adriatico e ai porti di Ravenna, Chioggia e Marghera, dove oggi arriva l’acciaio per gli stabilimenti veneti, lombardi ed emiliani della Eusider, provenienti dai maggiori produttori esteri e italiani. Per non parlare del percorso inverso, il trasferimento e la consegna dei prodotti lavorati. A costi competitivi garantiti dalle chiatte (e poi dai treni) al posto dei camion. E con un ridotto impatto ambientale. Uno sviluppo sostenibile che potrebbe alimentare altre attività e tutta l’economia delle aree interessate.
Nella foto, Eufrasio Anghileri, ceo di Eusider. In alto, Maria Anghileri, coo del gruppo. Sotto, l’inaugurazione del nuovo stabilimento di Ostiglia (Mantova)