di M.S.
È stata la più grande banca americana a proprietà familiare ad aggiudicarsi la rete e un pacchetto di attività della Silicon Valley Bridge Bank, l’azienda di credito californiana fallita e all’origine della crisi dei mercati finanziari: la First Citizens Bank di Raleigh nella Carolina del Nord.
Non è tra le più conosciute a livello internazionale ma sicuramente tra quelle considerate più affidabili negli Stati Uniti visto il traguardo dei 125 anni di attività in un mercato storicamente molto turbolento. E per prima cosa, il presidente e amministratore delegato Frank B. Holding junior ha tenuto a precisare che la transazione è strutturata per preservare la solida posizione finanziaria della banca e che si presenterà con queste credenziali per aprire nuove relazioni nel private equity, nel venture capital e nei settori tecnologici, decisivi nella Silicon Valley. La First Citizens aggiungerà al suo network di 550 filiali in 23 Stati le 16 branch della Silicon oltre al quartiere generale di Santa Clara, già operative con il nuovo volto in continuità nei rapporti con i correntisti e i clienti delle attività finanziarie.
La First Citizens Bank & Trust Company è una sussidiaria della First Citizens BancShares, quotata al Nasdaq con il simbolo FCNCA e ha firmato, dopo una selezione e un’asta competitiva, l’accordo con la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC, l’agenzia di sorveglianza sul sistema finanziario). Conta su asset per 110 miliardi di dollari, depositi per 56 miliardi e prestiti per 72 miliardi, tra i primi 20 istituti finanziari americani. “Abbiamo una reputazione di forza finanziaria, eccezionale customer service e prudente politica dei finanziamenti che si afferma da più di un secolo”, ha commentato il presidente Holding, che conta con l’acquisizione su economie di scala, diversificazione geografica e leva tecnologica. “La nostra è una storia di crescita organica e attraverso acquisizioni”.
Nata nel 1988 come Bank of Smithfield con appena 10 mila dollari di capitale e rivolta ai coltivatori di cotone e tabacco della contea di Johnston, la società si è sviluppata soprattutto negli anni ’20 e ’30 per iniziativa di Robert P. Holding, presidente dal 1935. Nel 1957 è toccato ai tre figli della seconda generazione: Robert P. junior chairman, Lewis R. presidente e Frank B. vice presidente. Negli anni ’70 il giro di boa di 1 miliardo di asset. Poi l’uscita dalla Carolina del Nord verso la Virginia con l’acquisizione di una banca locale e quindi l’espansione coast to coast con l’Iron Stone bank di Atlanta. Ma la campagna acquisti davvero sorprendente è più recente ed è valsa a Frank Holding l’immagine di grande opportunista nel cogliere gli affari delle banche in difficoltà, una ventina, quasi in simbiosi con le autorità federali interessate a evitare le contaminazioni dei crack: dalle californiane First Regional Bank e Temecula Valley Bank fino alla United Western Bank di Denver e alla Cit group di New York che vanta a sua volta 115 anni di attività.
Frank B. Holding junior è stato eletto chairman nel 2009 e rappresenta con la sorella Hope Holding Bryant, vice chairwoman, la terza generazione al potere. Nella compagine azionaria la famiglia (includendo le altre tre sorelle Olivia Holding, Carson Brice e Claire Bristow) conta sul 20% del capitale sociale (per un valore di circa 2,7 miliardi di dollari) ma circa il 50% dei diritti di voto. Insomma una maggioranza blindata e per certi versi inusuale nel mercato americano. Con l’esplicita promessa di mantenere saldamente l’azionariato di controllo in famiglia per molto tempo.
Nella foto, Frank B. Holding junior, presidente e ceo della First Citizens Bank