di Maria Elena Viggiano
Le famiglie continuano a essere i principali azionisti di riferimento controllando il 63,4% delle imprese quotate. È quanto emerge dal «Rapporto sulla corporate governance delle società quotate italiane», appena pubblicato dalla Consob. Rispetto ai dati precedenti è leggermente cresciuta la concentrazione proprietaria delle imprese. A fine 2021 la quota media del primo azionista era pari al 49% del capitale contro il 47,6% nel 2020, mentre la quota media del mercato era pari al 39% del capitale rispetto al 40% nel 2020. Inoltre si tratta soprattutto di aziende di minori dimensioni e operanti nel settore industriale. Per contro, lo Stato e gli enti locali rappresentano l’azionista di riferimento nell’11,6% delle società, in prevalenza di maggiori dimensioni e appartenenti al settore dei servizi.
Inoltre, prendendo in considerazione il totale delle aziende familiari quotate, 137, c’è una prevalenza nel settore industriale con 88 imprese, seguito dal settore dei servizi con 32 e da quello finanziario con 17. Per quanto riguarda le caratteristiche dei membri degli organi sociali, gli amministratori family, con riferimento agli azionisti di controllo o legati a essi da legami familiari, rappresentano il 15,5% degli incarichi. Nelle società a controllo familiare si arriva fino al 26%. L’identikit è rimasto invariato rispetto al 2020: un’età media di 57 anni, italiani (solo l’1,2% è costituito da stranieri), laureati e, soprattutto, professionisti e consulenti. Invece, i membri degli organi di amministrazione sono amministratori family per il 26,1%.
Tra gli altri dati emersi, uno degli aspetti positivi è l’aumento della presenza delle donne nei consigli di amministrazione con una quota che si attesta intorno al 43%. Rimane, però, ancora molto bassa la presenza femminile ai vertici: sono solo il 2% le amministratrici delegate e il 4% le presidentesse. Infine è ancora insufficiente l’attenzione alle tematiche Esg (Environmental social e governance). Un risultato che emerge dall’analisi dei verbali delle assemblee annuali di approvazione dei bilanci negli anni 2018 e 2019.
Nel 2018 è stato registrato almeno un intervento da parte di un azionista nel corso dell’assemblea di bilancio in 167 società, il dato è sceso a 157 l’anno successivo. Inoltre, su un numero totale di soci di 1.043, solo 318 hanno effettuato interventi relativi a tematiche Esg. Nel 2019, invece, il numero totale di soci era di 868 di cui solo 289 hanno parlato di ambiente, società e governance.