di Redazione
Arriverà presto a essere animato da un pacifico esercito di 650 ragazzi e ragazze, ex bambini-soldato ed emarginati, il Centro residenziale Juvenal a Dongu, nella Repubblica democratica del Congo, grazie all’iniziativa di Otb foundation, la organizzazione no profit impegnata nel sociale in tutto il mondo voluta da Renzo Rosso con la sua Only the brave.Otb foundation, si legge in una nota, «ha deciso di sostenere concretamente la delicatissima questione dei bambini-soldato. Un fenomeno che riguarda bambini che vengono rapiti nella Repubblica Democratica del Congo e in giovanissima età (ci sono addirittura casistiche di bambini arruolati tra i quattro e cinque anni) che vengono picchiati, seviziati e obbligati a uccidere dai membri della Lord’s Resistance Army (Lra), un gruppo terroristico attivo in tutto il territorio africano che commette i crimini più orrendi».
La fondazione aveva lanciato un bando Brave actions for a better world e tra i tanti proposti, ha scelto questo progetto «proprio per la complessità sociale, antropologica dei bambini-soldati strappati dalle loro famiglie per combattere nella Lord’s Resistence Army. Negli ultimi anni, gli abitanti di Dungu sono stati spesso vittime dei raid dell’Esercito di Resistenza che compie nella regione massacri di civili innocenti, stupri e rapimenti di bambini-soldato. Si stima che siano stati reclutati 30 mila bambini-soldato in questa zona del Paese, e che molti siano nelle mani di vari gruppi paramilitari. La maggior parte di loro hanno dagli 8 ai 15 anni e il 40% sono ragazze».
Così Juvenat sta sostenendo dal 2020 450 ragazzi e ragazze con un centro residenziale e alcuni laboratori formativi (programmatore computer, falegnameria, sartoria e agro pastorizia). Adesso, con i nuovi contributi di Otb sarà ampliato il programma di reinserimento sociale ed economico degli studenti sempre in collaborazione con la Fondazione Agostiniani nel mondo: il centro potrà sostenere altri 200 giovani l’anno, aumentando del 50% i beneficiari del programma che diventeranno in tutto 650, tra ragazzi e ragazze. Il piano del laboratorio di agro-pastorizia sarà quello più impegnativo anche perché suddiviso in due attività: la trasformazione di prodotti agroalimentari e la produzione di mattonelle di carbone per uso domestico da scarti vegetali, in sostituzione a legname e kerosene molto più inquinanti e che contribuiscono alla deforestazione. Inoltre, sono state avviate altre attività, alcune particolarmente interessanti come l’apicoltura (le arnie sono costruite dai falegnami del centro Juvenat), altre più tradizionali come l’allevamento di suini, bovini e pesci.
«I giovani verranno formati con un imprinting di tipo agro-ecologico per sensibilizzare e difendere sistemi agricoli e alimentari equi, rispondere alla crisi climatica e garantire mezzi di sussistenza dignitosi per gli agricoltori con lo scopo di coinvolgere, tra l’altro, almeno il 50% di ragazze», spiegano alla fondazione.
«In sintesi, il programma del progetto Juvenat è costituito da due sezioni: formativo e di produzione», aggiunge Arianna Alessi, vicepresidente di Otb foundation. «Alcuni di questi giovani rimarranno a lavorare per l’azienda agricola, nei vari settori, e diventeranno loro stessi formatori per i nuovi beneficiari. È anche previsto un programma di reinserimento scolastico grazie ad alcuni accordi presi con le scuole della città. Attraverso il settore produttivo si garantirà un introito economico per i beneficiari e si contribuirà in modo importante alla sostenibilità dell’intero centro».
Otb foundation è nata nel 2006 e ha investito finora in oltre 350 progetti di sviluppo sociale nel mondo, con un impatto diretto sulla vita di circa 350 mila persone.
Arianna Alessi, vicepresidente di OTB Foundation.
In alto, il Centro residenziale Juvenal, nella città di Dungu, Repubblica Democratica del Congo