di Maria Elena Viggiano
Circa 2.400 euro come premio di produzione. È quanto riceveranno nella busta paga di ottobre i 6 mila lavoratori della Ferrero in Italia, operai e impiegati. L’accordo è stato siglato dall’azienda con i sindacati ed è legato agli obiettivi raggiunti. Parte del premio sarà convertibile in servizi alla persona, a discrezione dei singoli dipendenti. Una cifra pari a 300, 500 o 700 euro potrà essere spesa per buoni spesa, per le bollette di acqua, luce e gas, per acquistare beni o servizi alla persona o alla famiglia, dall’istruzione alla formazione. È prevista anche la copertura delle spese mediche o previdenza complementare e ancora, l’importo è convertibile in buoni benzina.
In questo modo l’azienda dimostra una grande attenzione per i propri dipendenti con un gesto concreto che può supportare molte famiglie in un momento di grande instabilità economica. «Un accordo di alto livello che rafforza il potere di acquisto di lavoratrici e lavoratori, valorizza la produttività e consolida la struttura solidale del welfare aziendale», ha affermato Onofrio Rota, segretario generale della Fai-Cisl.
L’importo del premio è stato determinato dall’andamento di due parametri: il risultato economico, unico per tutta l’azienda, che concorre a determinare il 30% del premio, e il risultato gestionale, il 70% del premio, legato all’andamento specifico di ogni stabilimento e area. Il premio sarà quindi diverso per ogni reparto in base alla struttura della Ferrero in Italia.
Ma come si comportano le aziende nei confronti dei propri dipendenti? L’Osservatorio AUB (Aidaf, Unicredit, Bocconi) ha effettuato una ricerca su un campione di 210 imprese che hanno pubblicato una dichiarazione non finanziaria (Dnf). Il campione ha preso in esame imprese quotate e imprese di dimensioni medie e grandi. Il 46% sono imprese familiari. Se si considerano solo le imprese familiari, quasi il 93% fattura più di 100 milioni di euro. Inoltre, per analizzare il livello di attenzione verso i propri dipendenti, sono stati presi in considerazione diversi parametri: le forme di flessibilità garantite, i sistemi di incentivazione e le altre forme di sostegno messe a disposizione dalle imprese.
Dalla ricerca emerge che tra i bonus monetari più diffusi ci sono i piani di incentivazione (86%) e i premi di risultato (72%). Sono più rari i premi monetari una tantum e i piani di incentivazione azionaria, presenti rispettivamente nel 17,1% e nel 14,3% delle imprese. Con riferimento alle altre forme di sostegno, quelle più diffuse sono: la previdenza complementare prevista dal 49,5% delle imprese, l’istruzione per i figli dei dipendenti per il 46,2% delle società, le assicurazioni sanitarie nel 45,7% dei casi. Seguono buoni acquisti e contributi per le spese sanitarie. In conclusione, però, sono soprattutto le aziende non familiari a includere nel trattamento economico dei propri collaboratori forme di remunerazione legate ai risultati aziendali e altre forme di sostegno.