di Ettore Tamos
«Questo risultato mi riempie di orgoglio perché le persone sono la nostra vera e grande forza». Sonia Bonfiglioli, presidente della multinazionale di famiglia che produce ingranaggi venduti a grandi e piccole industrie in tutto il mondo, da General Electric a Toyota, da Cnh a Caterpillar, commenta così la conquista della certificazione Top Employers 2024. Un riconoscimento che premia la politica e la strategia del gruppo nei confronti del personale, 4.800 dipendenti distribuiti nella sede di Calderara di Reno (Bologna) e in 20 siti produttivi e 26 siti commerciali in 80 Paesi. Con una caratteristica comune: «un ambiente di lavoro positivo, stimolante e premiante non solo in termini economici ma anche in soddisfazioni personali», spiega in questa intervista l’imprenditrice, una laurea in ingegneria meccanica, un Mba e 18 diciotto anni vissuti in azienda prima di subentrare al padre Clementino, fondatore del gruppo, oggi arrivato a oltre 1.223 milioni di ricavi .
Quanto incide nel rapporto con i collaboratori il fatto di essere una impresa di famiglia?
C’è una grande differenza tra la gestione di un azionista e quella di un imprenditore. Sono due mondi distinti. Il primo punta a risultati a breve termine e a un ciclo che si conclude in un tempo contenuto. Noi siamo imprenditori, con la cultura del fare e dell’innovare, con l’ambizione di crescere e di restare per un periodo medio-lungo. Una prospettiva che si dà a se stessi e al personale.
E questo pesa nelle scelte strategiche e nella cultura della gestione e nella crescita del personale.
In qualche modo con la persona al centro…
Sì… una persona che trascorre al lavoro una parte importante della sua vita e non può limitarsi a operazioni ripetitive e a un atteggiamento di routine ma è aiutata a partecipare al processo produttivo e al suo miglioramento. Sentirsi parte di un team contribuisce a considerare la soddisfazione per i risultati raggiunti come un appagamento che non si esprime solo con i valori economici.
E in effetti l’award appena conquistato di eccellenza in ambito human resources da parte del Top employers Institute, conferma la massima attenzione per il personale.
Siamo molto attenti agli aspetti valoriali. Trasferire i nostri valori (quattro i principali nella letteratura aziendale: challenge, respect, accountability e winning together, ndr) al gruppo di lavoro fa parte della nostra filosofia. Ogni giorno siamo messi alla prova nel mercato globale e puntiamo a persone motivate che diano il meglio di sé come cerchiamo di fare a tutti i livelli.
C’è sempre da gestire la competizione tra le persone, naturale in ogni organizzazione…
Ai miei due figli, oggi ventenni universitari (si chiamano Alessandro e Federico, entrambi già ingegneri che ora stanno frequentando la magistrale), ho suggerito di competere ma a rispettare e a rispettarsi fin da piccoli, insegnamento che hanno messo in pratica anche a livello agonistico nelle competizioni veliche con gli altri e tra di loro. In azienda le gerarchie organizzative trasmettono lo stesso spirito, che è anche di emulazione positiva.
Formazione continua e innovazione. Sono componenti decisive nella gestione di una impresa familiare. Un vostro slogan è We engineer dreams…
Stimolare la curiosità, l’orgoglio di fare bene la propria mansione, la bellezza delle cose che produciamo, funzionali ma sempre più curate dal design industriale…
Le conclusioni dell’analisi che ha portato al riconoscimento di Top employers 2024 le suggeriscono altre iniziative?
Sono da migliorare alcuni aspetti legati alla transizione che si vive nel mondo del lavoro. Siamo orgogliosi dei risultati dell’Industry 4.0, ma adesso c’è da affrontate non l’Industry 5.0 ma la Society 5.0. Ci attendono cambiamenti epocali. Come ho visto al Ces di Las Vegas (l’appuntamento mondiale dell’innovazione appena concluso nel Nevada, ndr) ci sono nuove sfide con evoluzioni sempre più veloci. Innovazione tecnologica sì ma con nuovi orientamenti e sensibilità, per esempio verso l’inclusività. Verso l’impegno in una società che diventa sempre più vecchia a rendere gli anziani partecipi e autonomi. In azienda questo vuol dire valorizzare e affiancare anche chi non è più giovane ma che può var valere l’esperienza, un patrimonio da condividere. E poi dobbiamo fare i conti con la scarsità delle risorse. Ho visto, per citare un caso, una start-up che ricava acqua dall’aria per fare il caffè…
Society 5.0, appunto, con parole d’ordine come “humancentric“ (l’essere umano al centro del processo produttivo, con la tecnologia al servizio del lavoratore come opportunità di crescita e formazione) , “sostenibilità” (fonti rinnovabili, minori sprechi) e “resilienza” (robustezza più elevata in ambito industriale). Si va verso una complessità da gestire…
Noi produciamo moto-riduttori, sistemi di azionamento, inverter e motori elettrici sempre più complessi, dotati di sensori che consentono una gestione intelligente del loro funzionamento, di reagire alle mutate situazioni di lavoro, come capita per esempio nelle pale eoliche, che oggi rappresentano un settore specifico in forte crescita della Bonfiglioli. E sensori che consentono di prevedere usure e malfunzionamenti per intervenire con la manutenzione predittiva, una nuova frontiera per tutte le apparecchiature e gli impianti che aumenta l’efficienza e riduce i costi. Quindi hardware e software integrati: non a caso l’ultima acquisizione, quella della Selcom, riguarda la produzione di schede elettroniche…
E poi c’è l’intelligenza artificiale…
Dopo la grande fase della digitalizzazione che ha pervaso ogni attività produttiva siamo alla svolta dell’Ai, che può accelerare il processo innovativo. In particolare l’intelligenza artificiale generativa può aiutare l’uomo nella fase creativa a patto che sia in grado di governare il fenomeno…
I team della Bonfiglioli in Vietnam (sopra) e in Cina.
Nella foto in alto, Sonia Bonfiglioli, presidente di Bonfiglioli Riduttori