Cosa fare per spingere l’export italiano? «La crescita dell’internazionalizzazione è fattibile, reale e continuerà. La crescita dello scorso anno è stata del 20%, nel primo trimestre del 2023 del 6%, quindi una crescita più ampia del Pil e la più alta nel contesto europeo. Bisogna ricordare che l’80% di questa crescita è fatta dal 20% delle imprese italiane», dice Regina Corradini D’Arienzo, amministratrice delegata Simest. Quindi grandi margini di miglioramento come evidenziato nel panel «Le esportazioni italiane, dove agire per spingerle di più», ma il punto è anche la sostenibilità economica, possibile solo con «processi strutturati per sostenere la filiera». Per Matteo Zoppas, presidente Ice, i dati attuali sono «una stravincita per il Made in Italy considerato lo scenario degli ultimi anni ma bisogna rivedere le priorità partendo dal riunire la domanda e l’offerta». E per quanto riguarda la concorrenza con i mercati esteri è «il Made in Italy che si deve rinnovare e lo sta facendo», sottolinea Zoppas. Ma ribadisce Corradini D’Arienzo che alle aziende «bisogna dare degli strumenti, e da luglio parte un fondo agevolato Simest di 4 miliardi per sostenerle».
Zoppas: porte aperte Ice alle Pmi. D’Arienzo: aiuti anche alle piccolissime
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