di Maria Silvia Sacchi
La storia economica del Paese attraverso i titoli di credito. È quanto sta realizzando Cristina Rossello, avvocata patrimonialista e deputata di Forza Italia, attraverso una serie di libri dedicati alle collezioni di titoli di credito che nel tempo ha costruito e pubblicati da Scalpendi. Ligure di nascita (Savona), ha dedicato il primo libro della serie al mare: “Imprese per mare. Un portafoglio storico di titoli di credito navale”.
Perché collezioni di titoli di credito?
Da una parte per motivi affettivi. Continuo infatti una collezione di titoli di credito navale già di mio padre, appassionato di compagnie di navigazione e aeree, erede a sua volta di una passione di mio nonno. Sua madre, mia bisnonna, era un’inglese arrivata quindicenne in Italia, che portò con sé abitudini e passioni del collezionismo e la trasmise anche a figli e nipoti. Fra le altre cose, trovatasi in dote una buona quantità di titoli di miniere e di compagnie ferroviarie che avevano subito fasi alterne, insegnò a mio nonno a seguirne con attenzione le vicissitudini, anche per ragioni di sopravvivenza familiare, per gli investimenti e la loro redditività. Rimase così in casa un archivio ingrandito in modo consistente da mio padre un po’ alla volta.
Feci anche io così con quelli di banche e assicurazioni, più consoni ai miei studi universitari.
Il mio maestro, il professor Ariberto Mignoli, che ne aveva un portafoglio storico di quasi duemila, quando apprese di questo mio hobby, mi chiese di classificargliele secondo il mio stesso sistema di catalogazione. E, apprezzatane la
mia attività di cultrice della materia e di studiosa, mi lasciò poi le sue.
Accanto alla ragione affettiva ho aggiunto la valenza culturale e storica che non è solo passato ma insegnamento sulle grandi opere, sulle grandi scelte e sulle grandi imprese. Conoscere questo fenomeno costituisce un osservatorio privilegiato.
Oggi classificare, raccogliere, conservare e analizzare ha consentito di capire, sintetizzare e apprendere.
L’esperienza e la tradizione del diritto commerciale e dell’economia, specie con attenzione alla storia del capitalismo familiare, serve a capire molto dell’attualità delle scelte di economia e finanza e imprese.
Cosa hanno rappresentato e rappresentano?
Hanno rappresentato e rappresentano il quadro evolutivo delle imprese in cui hanno operato, riferibili e riconducibili a una delle cinque grandi macro-categorie delle attività d’impresa dei codici commerciali europei.
Attestano la rivoluzione industriale e il progresso mondiale determinato dalle imprese e dalle imprese familiari che le hanno fondate e trasformate.
Costituiscono una testimonianza che passa dalla storia dell’economia alla storia dell’industria, dalla storia del
credito al mercato azionario e obbligazionario, in una prospettiva che travalica addirittura scelte nazionali
in un più ampio anelito internazionale. E che spesso raccontano le scelte dei decisori nazionali ed internazionali degli ultimi due secoli.
Il loro ciclo di vita coinvolge tutti gli elementi culturali paralleli alla storia dell’umanità, all’evoluzione e
al cambiamento della società di quell’epoca.
I titoli, attraverso la loro emissione, l’incasso delle proprie cedole, la loro influenza notevole o la loro rilevanza strategica, hanno scandito l’importanza e l’affermazione di famiglie capitaliste e di grandi patrimoni, con complesse relazioni documentate e pubblicate anche in autorevoli scritti che ne narrano le vicende societarie. In taluni casi hanno anche offerto spunti e ispirazione per la scrittura
di romanzi, racconti, leggende, film e trame teatrali.
“Per mare” raccoglie i titoli di credito delle costruzioni navali e di alcune imprese armatoriali
attive tra l’ultimo quarto dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Quali ha trovato più interessanti e perché? C’è qualche titolo che ha una storia particolare da raccontare?
Ognuno di quelli selezionati evoca storia, design, stile, trasporti e viaggi: da loro affiora pienamente l’impatto geografico, culturale e finanziario che hanno avuto nel mondo le compagnie di navigazione.
La collezione illustra le trasformazioni cui andò soggetta l’industria navale italiana tra vela e vapore nell’ultimo quarto dell’Ottocento e nel primo del Novecento e il coraggioso sforzo evolutivo compiuto in particolari aree nonostante l’arretratezza rispetto al settore marittimo e industriale navale inglese, tedesco e francese.
Alcuni dei titoli presentati rimandano a non indolori accorpamenti intervenuti tra il primo e il terzo
decennio del Novecento per razionalizzare l’eterogeneo panorama armatoriale italiano.
Il percorso espositivo attraversa un’epoca che ha decretato progresso e successi, creazioni di immense fortune o disfatte patrimoniali clamorose causate da sciagure, avversità o inettitudini, rivelando storie familiari di successo o di sconfitta. I titoli, attraverso la loro emissione, l’incasso delle proprie cedole, la loro influenza notevole
o la loro rilevanza strategica, hanno scandito l’importanza e l’affermazione di famiglie capitaliste e di grandi patrimoni, con complesse relazioni documentate e pubblicate anche in autorevoli scritti che ne narrano le vicende societarie. In taluni casi hanno anche offerto spunti e ispirazione per la scrittura di romanzi, racconti, leggende, film e trame teatrali.
I titoli mostrano grande cura e uno sguardo preciso all’estetica. Che significato ha questa attenzione al dettaglio, alla “piacevolezza” del vedere e anche al racconto attraverso le immagini presenti sul titolo?
Si. Non può sfuggire all’occhio attento del cultore la varietà di considerazioni di carattere estetico: i titoli furono stampati con motivi e decori grafici di alta qualità, spesso affidati ai più quotati laboratori di incisione della Penisola, passando da Palermo a Trieste e a Genova, per tutta la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Accanto al piano estetico, spesso non disgiunto, quello industriale, che evidenzia il ruolo delle imprese di navigazione nello sviluppo delle progettazioni e del design industriale, e i modelli di business del periodo d’oro dei trasporti e dei viaggi per mare. Dall’origine dei famosi “viaggi oceanici”, fino alla creazione dei modelli di navi e di flotte, si assiste all’invenzione di mode e di arredi navali, e si può ricostruire la storia di trasferimenti sistematici su
grandi rotte dei generi alimentari, dei manufatti industriali, delle materie prime e delle forze lavoro, ma anche delle opere d’arte.
Per Mare fa parte di una raccolta che tocca altre parti della logistica italiana, come Strade Ferrate. Perché ha scelto questi temi?
Sono temi che rappresentano lo stato attuale del nostro Paese. Scelte del secolo scorso e dei due secoli fa hanno determinato tutto il sistema di collegamento europeo di trasporto e di infrastrutture. Mi sembra che avere una sintesi delle grandi opere, delle loro scelte, della loro evoluzione dall’inizio del loro concepimento alla realizzazione costituisca una ineludibile e importante riserva di conoscenza che solo un osservatorio privilegiato e colto può fornire sia per suggerimenti di carattere tecnico imprenditoriale e societario ai principali protagonisti del mondo finanziario nazionale internazionale ma anche suggerimenti o idee per i decisori che molto spesso nella governance economica nazionale europea si trovano a dover sviluppare idee e considerazioni che sono state già assunte e prese addirittura nei secoli scorsi e che non possono trovare scelte di soluzione di continuità perché questo pregiudicherebbe tutti i collegamenti e gli sviluppi dei Paesi interconnessi fra loro.