di Manuela Travaglini
«I manager sono responsabili del presente. I leader sono responsabili del futuro». E il passato è un macigno: «Non aggrappatevi all’ancora quando avete vele e vento». Oleg Konovalov, il Leonardo da Vinci della Visionary Leadership, accende le menti di chi vuole scoprirsi davvero leader. Assumendo la natura come coach: «Nessuna intelligenza artificiale può battere o potrà mai cambiare le emozioni e i sentimenti di un essere umano connesso con la natura», dice Konovalov in questa intervista rilasciata in occasione del suo ultimo libro, in uscita in questi giorni: The Fisherman’s Path to Leadership.
Oleg Konovalov è considerato un’autorità assoluta quando si tratta di aiutare i leader a diventare padroni del futuro e raggiungere il successo. Autore, formatore aziendale, docente, keynote speaker, consulente e C-suite coach, il suo corso Oleg Konovalov Visionary Leadership certification program è saldo al numero 2 della Global Gurus World’s Best Leadership Development Programs per il terzo anno consecutivo, mentre lui stesso è sul gradino più alto del podio mondiale quale Global Leading Coach (Marshall Goldsmith Thinkers50 Award).
Konovalov è autore di bestsellers come Leaderology, Corporate Superpower e The Vision code. È stato di recente premiato come uno dei 100 leader d’impatto globale, condividendo il palco con eminenze come Bill Gates, Elon Musk, Jeff Bezos e Oprah Winfrey, ma la sua influenza va oltre titoli e riconoscimenti: una carriera quasi trentennale, un passato nei mari del nord sulle navi da pesca in condizioni estreme, passando per un dottorato in business alla prestigiosa Durham University britannica, oggi Konovalov è considerato da tanti il numero uno al mondo nel campo della Vision e della leadership visionaria.
Oleg, a proposito del suo nuovo libro, sembra quasi una contraddizione che nell’era dell’intelligenza artificiale, quando tutti parlano delle ultime frontiere della tecnologia, lei tragga le sue lezioni dalla natura, che descrive come il più saggio leadership coach. Quali lezioni di leadership possiamo imparare dalla natura?
Avremo auto senza conducente, ma non avremo mai organizzazioni senza persone. La natura ci aiuta a rimanere umani e a conoscere gli altri in un ambiente autentico. Questo è ciò che l’intelligenza artificiale non può fare. Ho imparato dalla natura molto più che da anni di istruzione formale. Gli esseri umani sono solo una parte della natura. Non possiamo creare o inventare nulla di più intelligente o migliore di quanto faccia la natura. È una fonte infinita di apprendimento.
La natura è il più saggio istruttore di leadership che esista, e ci aiuta a migliorare a ogni interazione. La natura è una fonte, non una risorsa. Vivendo nell’era dell’IA, trascuriamo il fatto che nessuna IA può battere o potrà mai cambiare le emozioni e i sentimenti di un essere umano connesso con la natura. Addestriamo l’IA a pensare come gli esseri umani, ma non possiamo addestrarla a radicarsi nella natura. Non può uscire e “toccare l’erba”.
The Fisherman’s Path to Leadership consiste nel trarre lezioni e rispondere a domande quali: come si può espandere il proprio mindset? Come si può migliorare come leader e come persona? Come si fa a guidare le persone in situazioni difficili?
Può dirci che cosa significa per lei leadership?
I manager sono responsabili del presente. I leader sono responsabili del futuro. C’è uno spazio tra il presente e il futuro per il quale un leader è responsabile. La capacità del leader di pensare e agire è definita dall’essenza di questo spazio. I veri leader avvertono la responsabilità di come condurre le persone verso il futuro. È in corso, oggi, uno scontro tra due tipologie di persone ai vertici delle aziende. I leader con una concezione tradizionale del futuro, inteso come il prossimo periodo temporale di riferimento, e coloro che vedono il futuro come un paesaggio dinamico e pieno di potenzialità. I tradizionalisti mirano a difendere il loro status quo, mentre i leader che guardano al domani mirano a liberarsi da vecchi dogmi e pregiudizi e a creare un futuro prospero per gli altri.
Parlando di vision, lei ha detto: «Non permettete a nessuno di mettere a tacere la vostra visione. Non aggrappatevi all’ancora quando avete vele e vento». Una metafora e un chiaro riferimento al suo passato, naturalmente, ma che cosa significa questo quando viene applicato alla leadership?
Il nostro passato non ci dà risposte su come vivere nel futuro. Il nostro passato è un’ancora pesante che ci tiene ancorati ai problemi di ieri e alla vecchia mentalità. Non ci permette di progredire e di creare qualcosa di nuovo e significativo. Essere attaccati al passato causa una malattia chiamata mind-lag. Quando viaggiamo attraverso i continenti, sappiamo che dobbiamo riprenderci dal jet lag. Quando iniziamo a sviluppare una visione, viaggiamo mentalmente nel tempo, dal presente al futuro, e dobbiamo considerare il jet-lag della mente, la differenza tra lo stato mentale attuale e quello necessario per il futuro che immaginiamo. Avere una vision significa colmare questo gap mentale verso il futuro. Un’azione efficace è il risultato di un pensiero efficace sul futuro. Pensare al futuro è il segno di un vero leader.
Possiamo osservare questo aspetto da un altro punto di vista. Il passato è costituito da impressioni e fatti, molti dei quali saranno dimenticati. Il passato non ha energia in sé. Il presente è ciò che siamo oggi e l’energia che abbiamo accumulato finora. Sarà sprecata se non sarà indirizzata al completamento di obiettivi più grandi. Il futuro riguarda dove e come utilizzeremo l’energia accumulata. La vision definisce dove deve essere indirizzata tutta la vostra energia. Non sprecate le vostre energie nel passato: è passato. Non aggrappatevi a quell’ancora. Usate le vostre vele per un viaggio verso un futuro ottimista.
Qual è, secondo lei, la più grande minaccia per una grande leadership?
Viviamo in un’epoca di cecità della leadership. Tutti i leader affermano di avere una vision. Nella migliore delle ipotesi, la stragrande maggioranza fa solo finta. In realtà, circa lo 0,1% dei leader aziendali, sociali o politici ha una vera vision. I leader moderni spesso non sono in grado di spiegare cosa sia la vision e come possa essere realizzata. Sostituiscono il denaro e gli indicatori di performance alla vision, dimenticando che senza una visione nessuna quantità di tempo, denaro o risorse può essere utile.
Qual è la sua definizione di successo? E come considera il successo e il fallimento?
Il successo è momentaneo ed è il risultato di un impegno a lungo termine. La maggior parte delle persone non riesce a sperimentare un singolo successo, molti non riescono a ripetere il loro unico successo e solo pochi lo replicano abbastanza volte da essere considerati di successo.
Avere successo, e sperimentarne uno dopo l’altro, è il risultato di una leadership visionaria, di un’azione a favore delle persone e delle loro esigenze e di un impegno mirato. Per mantenere il successo nel tempo è necessario reinventarsi costantemente. Così come nessun uomo può entrare due volte nello stesso fiume, non si può ottenere un nuovo successo con una mentalità vecchia. Il risultato è un fallimento.
Lei dice spesso che visione ed ego non possono vivere in armonia; che i leader devono sacrificare il loro ego per vedere la loro visione venire alla luce. Può dirci qualcosa di più su ciò che lei definisce “uccidere il proprio ego”?
La vision non è disponibile per la maggior parte delle persone perché sono attaccate al loro ego. Ci vogliono vulnerabilità e decisioni consapevoli per arrivare davvero a una visione illimitata. Vision ed ego non possono convivere. La visione è sacrificare se stessi per gli altri. Si tratta di un grande gesto di generosità che si basa sull’empatia, sullo sforzo straordinario e sulla cura per gli altri. Una visione positiva fornisce un servizio mirato agli altri e valorizza il sacrificio di sé rispetto all’ego e all’egocentrismo. Attira le persone e apre i loro cuori. Un ego smisurato uccide immediatamente la vision. Blocca tutto, permettendo solo a “me” di crescere come un palloncino che alla fine scoppierà nella tristezza. In realtà, siamo esseri umani e tutti abbiamo una dose ragionevole di ego, ma il troppo allontana le persone e rovina le opportunità di creare una visione. Allo stesso tempo, strizzare l’ego, anche goccia a goccia, è un compito difficile ma necessario che porta a liberare la mente e l’anima.
Quale consiglio darebbe agli imprenditori della nuova generazione per realizzare il loro scopo e creare la loro visione?
Spesso abbiamo delle supposizioni sbagliate sui desideri e le aspirazioni delle generazioni Y e Z e continuiamo a insistere perché ripetano i nostri errori, come hanno fatto i nostri genitori con noi. In realtà, loro non vogliono ripetere i nostri errori e vivere in una corsa a perdifiato, ma vogliono essere al comando della propria vita. La giovane generazione vuole essere parte importante di qualcosa di significativo e che la sua energia e il suo entusiasmo siano valorizzati, e non trattati come manodopera a basso costo. Gli imprenditori della prossima generazione sono pensatori audaci con aspirazioni in crescita, vogliono essere liberi e vivere vite ispirate. Ogni giorno vediamo sempre più casi in cui i giovani si sforzano di avere una vision che definisca la loro vita. La visione diventa la loro dipendenza. La visione è la più grande risorsa dei giovani imprenditori e del loro lifestyle. Sono abbastanza coraggiosi da pensare di poter cambiare il mondo e lo cambieranno.