di Maria Elena Viggiano
«I passaggi generazionali devono essere preparati per tempo e non improvvisati in seguito a eventi disruptive come la morte del fondatore. I passaggi generazionali non riguardano solo i proprietari o la governance ma l’impresa nel suo complesso e la famiglia. L’esperienza insegna che se vengono affrontati per tempo, rappresentano valore anche per le imprese». E proprio questo l’argomento scelto da Roberta Crivellaro, Managing Partner Withers Italia, per il workshop “Pianificazione di un buon passaggio generazionale: aspetti legali e fiscali”.
Con Giulia Cipollini, Head of Tax and Wealth Planning Withers Italia, e Guido Corbetta, docente di Strategia delle imprese familiari all’Università Bocconi, sono state esposte le varie opportunità offerte dal diritto civile e societario per predisporre e regolamentare il passaggio nella proprietà e nella governance dell’impresa di famiglia. Al contempo, è stata commentata la normativa fiscale in ambito di “riorganizzazioni famigliari”.
Ma quali sono le principali difficoltà? Per Crivellaro «il fondatore o la fondatrice, soprattutto se sono alla prima generazione, hanno l’esigenza di mantenere il controllo e cercano di rimandare il passaggio il più possibile perché lo vivono come uno snaturamento dell’identità dell’azienda, oltre alla difficoltà a livello emotivo». Anche i figli si trovano a vivere un momento molto delcato e solo un percorso di formazione può garantire il successo.
Nel corso del workshop la testimonianza di Mauro Fanin, amministratore delegato di Cereal Docks, che rappresenta un esempio virtuoso. Si tratta, infatti, di un grande gruppo industriale italiano, attivo nella prima trasformazione agro-alimentare, in cui si sta passando il testimone ai figli ma scegliendo di farsi accompagnare nel percorso da professionisti, considerata «la complessità della materia». Il processo prevede una riorganizzazione societaria, ciò significa anche intraprendere una serie di operazioni: fusioni, scissioni, conferimenti di partecipazioni o asset. Per questo è necessario essere affiancati da professionisti.
Giulia Cipollini ha sottolineato che «le famiglie diventano sempre più “moderne” e “multi-jurisdiction” sia in termini di loro residenza che di asset allocation. Il processo di protezione dei patrimoni nel contesto del passaggio generazionale va attentamente pianificato. In questo contesto, la normativa fiscale può offrire strumenti per sostenere e rafforzare l’unità delle famiglie nel tempo, anche nelle loro attività imprenditoriali e di investimento. Il Trust, di matrice anglosassone, inoltre, inizia a essere uno strumento diffuso anche in Italia per la protezione e la gestione efficace del patrimonio sia in un’ottica di governance che di passaggio generazionale».
Inoltre, occorre il tempo necessario. Per Crivellaro «dipende dalle dimensioni dell’azienda, ma sicuramente ci vogliono almeno 12-18 mesi». Un altro elemento fondamentale è capire quale figura sarà utile per lo sviluppo dell’azienda perché non sempre avere tutti i figli al suo interno rappresenta un vantaggio. Crivellaro ha sottolineato che «non esiste un modo giusto o sbagliato nel fare un passaggio generazionale ma dare priorità al criterio dell’uguaglianza tra figli è come non prendere una decisione».