Provengono prevalentemente da Veneto, Emilia Romagna e Lombardia le prime candidature al “Premio Di padre in figlio – il gusto di fare impresa”, promosso da Credem Euromobiliare private banking, Eos management consulting – Glasford International Italy, Igi private equity e, da questa edizione, la tredicesima, anche da Pirola Corporate finance. Il Premio conta sul supporto scientifico della Liuc Business School attraverso il Family Business Lab (Fabula), diretto da Salvatore Sciascia e Valentina Lazzarotti, che mette a disposizione gli strumenti di raccolta e interpretazione dei dati, fondamentali per analizzare profondamente e secondo modalità quanto più possibile oggettive le aziende partecipanti. Unioncamere Nazionale e Ca’ Foscari Alumni, uno dei più attivi network di laureati tra gli atenei europei, offrono il loro patrocinio istituzionale.
In Italia le aziende familiari costituiscono circa l’85% delle imprese, dato rilevato nel 2022 da Aidaf Italian Family Business. Si tratta di un dato molto significativo se si considera che queste aziende generano il 70% dell’occupazione. «È il segno di un’imprenditoria intelligente e laboriosa che con creatività, impegno, passione e lungimiranza costruisce realtà destinate a durare nel tempo», spiegano gli organizzatori (www.premiodipadreinfiglio.it). «Seguiamo da molto tempo il premio Di padre in figlio», commentano Ludovico Mantovani e Mario Morazzoni, founding partners di Pirola corporate finance. «Il nostro ruolo di advisor ci mette ogni giorno di fronte alle problematiche che le imprese e le famiglie affrontano sul complesso tema del passaggio generazionale. Poter dialogare con gli imprenditori candidati che sono stati capaci di affrontare con successo questa difficile prova ci permette di ricordare che le soluzioni ci sono e sono diverse a seconda delle situazioni. Ma bisogna essere consapevoli che l’impresa deve riuscire, per così dire, a sopravvivere al suo fondatore e a trovare armonia e dialogo tra le generazioni».
Il Premio «analizza e valorizza le esperienze di aziende familiari che hanno affrontato con successo il passaggio generazionale. Dal 2008 in avanti, sono stati molteplici gli esempi virtuosi di soluzioni vincenti che possono costituire uno stimolo e un modello per le tante imprese che desiderano o avvertono la necessità di attraversare questo delicato processo».
Dalle candidature esaminate nell’ultima edizione, gli imprenditori guidano realtà che riportano, in media, i seguenti dati: circa 25 – 30 anni di conduzione da parte della generazione precedente e circa 400 dipendenti. Il loro fatturato ha registrato una crescita costante nel triennio 2021-2023: 75 milioni di euro nel 2021 che salgono a 93 milioni nel 2022 per attestarsi sopra ai 100
milioni nel 2023. L’Ebitda margin del panel supera stabilmente l’11% dei ricavi. La maggior parte delle aziende manifatturiere candidate al premio hanno oltre settanta anni di presenza sul rispettivo mercato. Il 50% di queste opera nel settore meccanico, il 20 % nel settore alimentare, la quota rimanente nella produzione di beni e servizi. «Risulta fondamentale che il processo successorio non sia affrettato, ma venga avviato con un trasferimento delle deleghe accuratamente pianificato finché i fondatori siano ancora saldi al comando e siano capaci di accogliere e valorizzare visioni, seppur diverse dalla propria, da parte degli altri membri della famiglia che possono rivelarsi stimolanti e costruttive per tutti», aggiungono gli organizzatori. «I figli dovrebbero decidere di essere imprenditori e farlo per scelta e non per diritto, per il gusto
di fare impresa, per la passione e voglia di mettersi in gioco come elementi stimolanti. Avvalendosi della collaborazione di manager capaci ed esperti con cui condividere questa delicata fase per giungere adeguatamente preparati ad assumere la leadership».