di Redazione
Quanto è digitale la tua azienda? La domanda l’hanno rivolta gli analisti di Mediobanca research e di Google per sondare il livello di adeguamento del sistema industriale italiano alle nuove frontiere. E hanno scoperto che chi ha cavalcato la digitalizzazione ha una marcia in più nella sfida della crescita (ottenendo più ricavi) e nella competizione internazionale (con una espansione delle esportazioni). Ma il tasso di modernizzazione delle imprese italiane è ancora basso. E proprio per questo la merchant bank suggerisce con la sua ricerca di introdurre incentivi, magari con detrazioni fiscali, per gli investimenti nella trasformazione verso il digitale con la dotazione di controlli di monitoraggio negli impianti, sistemi di gestione integrati e così via.
Cinque i criteri utilizzati nel dossier che comprende le risultanze dell’analisi di 600 aziende, un campione rappresentativo che corrisponde al 6% del totale italiano: l’infrastruttura digitale dell’azienda, l’utilizzazione di canali digitali, la struttura di analisi dei dati, le competenze digitali del personale, l’adozione di tecnologie avanzate (per esempio l’intelligenza artificiale). Ebbene, tutti gli interpellati hanno mostrato una forte sensibilità verso il tema della digitalizzazione, ma solo il 5% del panel può essere considerato dallo studio Mediobanca “innovatore”, una qualifica che definisce le aziende con una visione digitale elevata e integrata nei processi interni. Con quali effetti concreti nei risultati economici? Gli analisti hanno elaborato gli ultimi dieci bilanci e hanno calcolato che i ricavi di queste mid cap pioniere sono aumentati del 10% in più rispetto alla media di questa dimensione. Con effetti positivi anche nei margini, nell’export e, di conseguenza, nei versamenti fiscali.
La gran parte delle imprese considerate, il 56%, viene classificata nella categoria “sperimentatore” perché rivela una chiara visione degli obiettivi di questa trasformazione ma non ha ancora implementato adeguatamente gli strumenti per raggiungerli. Il rimanente 39% viene definito dei “principianti”, anche se in molti casi hanno già fatto passi nella direzione giusta.
Sul come accelerare il processo verso la completa digitalizzazione di questo mondo di mid cap, i responsabili dell’iniziativa, dopo aver sentito le aziende interessate non hanno dubbi. Sullo sfondo c’è la necessità di una educazione digitale nel sistema scolastico anche se i risultati non sarebbero immediati ma farebbero parte di una crescita culturale più generale in questo senso di tutto il Paese. Più concretamente, le stesse aziende dovrebbero sopperire alla mancanza di figure professionali adeguate con intensi programmi di formazione interna e lavorare sul fronte dell’integrazione dei processi e delle iniziative in campo digitale magari ancora parziali e non coordinati. Ma, forse, l’azione decisiva è legata agli investimenti nella digitalizzazione che potrebbero essere sostenuti da una politica specifica di detrazioni di imposta pluriennali.