di Redazione
Le prime mille aziende mondiali possono avere un impatto su più di un quarto di tutte le emissioni globali de-carbonizzando le proprie catene di fornitura: è la valutazione che Boston consulting group (Bcg) e World Economic Forum (Wef) hanno elaborato in occasione dell’appuntamento di Davos, ripresa nel report Bold Measures to Close the Climate Action Gap. Non solo: lo stesso team ha calcolato che mobilitando meno del 10% del proprio capex per la conversione ad alternative verdi, le stesse mille aziende globali potrebbero colmare l’intero gap di finanziamenti per il clima.
L’analisi, dicono a Bcg, «pone in evidenzia un allarmante divario tra le politiche attuali e le azioni necessarie per evitare effetti catastrofici sul pianeta, ma soprattutto richiama governi e aziende ad agire per promuovere un cambiamento sistemico, capace di generare un impatto benefico non solo per sé, ma per il pianeta intero».
Marco Tonegutti, managing director e senior partner di Bcg ha fatto un calcolo: «Per colmare il divario con gli attuali obiettivi di contenimento delle emissioni, dovremmo arrivare a una riduzione del 7% ogni anno a livello globale fino al 2030, un cambio netto dall’attuale tendenza che vede le emissioni in aumento dell’1,5% annuo. In questo contesto l’Italia è tra i 22 Paesi più virtuosi, che rappresentano il 7% delle emissioni globali e che hanno impostato un obiettivo Net-Zero e definito delle policy di intervento».
Che cosa possono fare, quindi, le istituzioni pubbliche secondo il report della società di consulenza? «Intanto», rispondono gli analisti, «fissare più obiettivi a breve termine e aumentare il sostegno finanziario e tecnico alle nazioni a basso reddito, per contenere le oltre 600 giga tonnellate di emissioni che eccederanno gli obiettivi climatici al 2030». E poi, «promuovere politiche di Green public procurement più rigide: ogni anno circa 11 mila miliardi di dollari di spese pubbliche sono controllate dai governi di tutto il mondo, contribuendo a circa il 15% delle emissioni globali totali. Nonostante le politiche di acquisti pubblici verdi siano presenti in quasi il 90% dei Paesi Ocse, molti di questi mancano di rigore».
E che cosa possono fare, a loro volta, le aziende? Solo prendendo in considerazione le prime mille aziende mondiali «si potrebbe avere un impatto su più di un quarto di tutte le emissioni globali de-carbonizzando le loro catene di fornitura, mentre mobilitando meno del 10% del proprio capex per la conversione ad alternative verdi, potrebbero colmare l’intero gap di finanziamenti per il clima». Ci sono da considerare gli effetti a catena su tutta la linea di fornitura in termini di de-carbonizzazione. Bcg suggerisce di «chiedere ai fornitori di fissare degli obiettivi di sostenibilità, impegnarsi in acquisti sostenibili e introdurre sul mercato più prodotti green per realizzare un impatto importante anche verso l’esterno». Risultato? «Per esempio, si potrebbe ottenere la riduzione del 50% delle emissioni di molti prodotti con un aumento del prezzo finale inferiore all’1%».