di Redazione
Come gestire il patrimonio di famiglia, magari frutto di una storia aziendale di successo? La costituzione di un family office, che può prendere tante forme societarie secondo le specifiche situazioni, è un passo importante per costruire, senza errori iniziali, sempre in agguato, una struttura in grado di mantenere e aumentare il tesoro di famiglia, in favore di un numero in crescita di eredi, coinvolti o no nel business principale della dinasty. L’ottimizzazione fiscale e l’organizzazione di un family office va studiata e personalizzata fin dall’inizio, anticipa Andrea Fasan (nella foto), partner di Kpmg che segue da vicino molte realtà del Triveneto. Fasan, con la collega Stefania Andriolo, senior manager di Kpmg, curerà al Family business forum di Padova, il workshop su “Fiscalità e contabilità per i family office: una visione integrata” (giovedì 6 luglio, ore 9, iscrizioni nella sezione Workshop).
Tutto ruota, tecnicamente, intorno a un progetto informatico, una applicazione, collegato con le società partecipate, i club di investimento, le banche in modo da utilizzare i dati in entrata in maniera automatica, dati che confluiscono su un cruscotto, uno schermo dove chi gestisce il family office ha in un colpo d’occhio la situazione di portafoglio e gli eventuali segnali da approfondire seguendo le singole attività. È naturale che all’inizio della attività prevalga la prudenza e il portafoglio si indirizzi verso investimenti tradizionalmente a basso rischio come i bond e poi, più passa il tempo più il family office si struttura e si fa sofisticato orientandosi verso investimenti diretti in start-up, in azioni, nell’immobiliare e nel private equity, magari passando per club di investimento e i co-investimenti. Insomma, una gestione definita meno passiva che però ha un rischio maggiore purché consapevole.
Nella fase della progettazione e nella evoluzione del family office ha un ruolo importante il consulente che può suggerire le tecnicalità più avanzate (compresa l’ottimizzazione fiscale) e magari affiancare la famiglia nella scelta del responsabile, meglio se non coinvolto direttamente nell’azienda madre visto che family office e impresa di famiglia hanno necessità di una forte autonomia e di riservatezza. Spesso si tratta di un dirigente senior di fiducia o di un responsabile bancario con il quale la famiglia ha una relazione storica e che magari decide di far il salto verso la finanziaria che può diventare quasi una piccola merchant, in grado di scandagliare il mondo delle opportunità di investimento come fanno le grandi famiglie che hanno ceduto il business storico e che ora devono occuparsi della liquidità. Tesoro peraltro oggi intaccato dal fenomeno dell’inflazione, che impone sempre più decisioni puntuali e rapide basate su una conoscenza responsabile dei dati, quelli appunto organizzati nello start-up di un family office.