L’azienda viene costituita a Rogeno per mano del fondatore Giuseppe Ruggieri, che decide nel 1955 di dare vita alla “Manifattura Giuseppe Ruggieri” specializzata nella produzione di tessuti di arredamento casa e accessori. Nel 1982 subentra la seconda generazione, rappresentata da Giovanni Ruggieri e da sua moglie Paola Villa, e la denominazione sociale cambia in “GItaliaJacquard”. Negli anni a seguire viene ampliata la produzione introducendo un comparto di abbigliamento, che poi diventerà il business prevalente.
Grazie alla crescita dell’ultimo decennio, nel 2018 il presidente dell’azienda Giovanni Ruggeri ha deciso di scommettere sul comparto tessile italiano e di investire in un ampliamento che verrà finalizzato nel 2021. A questa importante implementazione aziendale si è aggiunta dopo il Covid anche la produzione di dispositivi come mascherine e tute.
I fautori di quest’ultima scelta sono stati i fratelli Marco e Luca Ruggeri, che rappresentano la terza generazione della famiglia, entrati in azienda agli inizi degli anni Duemila.
Il brevetto per la stampa su fibre pregiate
Una delle caratteristiche dell’azienda è sempre stata la ricerca di materiali e la ricerca dell’eccellenza del made in Italy. Un esempio è l’ultimo (duplice) brevetto ottenuto dall’azienda, relativo al macchinario e al relativo processo di realizzazione industriale dei tessuti chiné con fibre pregiate non sintetiche. L’azienda tessile ha saputo industrializzare il processo per la realizzazione della stampa su filo con fibre pregiate e non sintetiche per andare poi a produrre i tessuti chiné, il cui caratteristico colore screziato e sfumato è ottenuto con la colorazione dell’ordito prima di procedere con la tessitura.
I numerosi passaggi richiesti per la produzione dei tessuti chiné fanno di questa lavorazione un processo particolarmente complesso tanto che il suo impiego, applicato alle fibre naturali nobili come seta, lana, lino, cachemire, canapa e cotone, è storicamente circoscritto a lavorazioni di tipo artigianale e quasi del tutto manuali. Il colore screziato e sfumato tipico di questi tessuti, carattere distintivo ed elemento di pregio, è infatti ottenuto con la colorazione dell’ordito prima di procedere con la tessitura e, nel caso specifico, richiede di procedere con una stampa su filo di fibre pregiate e non sintetiche, per andare poi a tessere i tessuti chiné.
Per trasferire i principi di questa lavorazione antica in un moderno processo produttivo, la società ha dovuto mettere a punto sia la strumentazione che il procedimento, ricevendo l’attestato di brevetto per invenzione industriale dall’Ufficio italiano brevetti e marchi del ministero dello Sviluppo economico. Si tratta di una lavorazione antica, che esce per la prima volta da una dimensione artigianale per trasformarsi in processo industriale.
Un tessuto per esigenti estimatori che fa tesoro dell’esperienza e della competenza di un’azienda fondata nel 1955.
Gitalia Jacquard ha raccolto il testimone della tradizione lariana, che affonda le radici in un passato lontano e nel tempo ha visto operare numerosissime generazioni di tessitori. Un patrimonio di conoscenza da tutelare, che Gitalia Jacquard ha saputo coniugarecon l’introduzione di tecniche e processi più moderni. Ma oggi la vera sfida, secondo Giovanni Ruggeri, è quella di garantire che questo know how possa essere tramandato ai giovani.