di Maria Silvia Sacchi
Il delisting di Damiani era arrivato nel 2019, ma la scelta della famiglia che controlla ora quasi integralmente il gruppo aveva motivazioni strategiche e non è irreversibile. Lo spiega in questa intervista a Family business forum il presidente Guido Grassi Damiani (alla guida della maison di Valenza che si prepara il prossimo anno a festeggiare il centenario, con Silvia e Giorgio Damiani vicepresidenti). La famiglia sta accelerando nella crescita del gruppo senza distribuire dividendi, come avrebbero preteso i soci ai tempi della quotazione. Ai marchi Damiani, Salvini, Bliss, Rocca 1794,Calderoni e Venini si sono aggiunte altre operazioni come le gioiellerie Zimmitti in Sicilia e Floris Coroneo in Sardegna, una quota dell’e-retailer LuisaViaRoma e nuovi punti vendita in Asia. L’ultimo bilancio ufficiale ha chiuso con ricavi di 238 milioni di euro, in aumento del 69% rispetto all’esercizio precedente, e un utile di 25 milioni. Il bilancio consolidato 2022-2023 ha toccato i 300 milioni. Una performance che può giustificare di riaprire il dossier quotazione in caso di importanti acquisizioni. «Al momento non è necessario ma ragionevolmente prima o poi ci torneremo», annuncia Guido Grassi Damiani.