Che rapporto hanno le giovani generazioni con il proprio cognome? Nel panel «Io sono io, tu sei tu: trovare la propria strada», Luca Naj Oleari, amministratore delegato Alma, racconta «il rapporto di profondo orgoglio e stima per quello che ha fatto la mia famiglia negli anni ’80 ma portare un cognome conosciuto non deve condizionare la nuova strada che uno come me ha scelto», occuparsi cioè di un altro business, in questo caso una agenzia digitale. Ma c’è differenza tra uomini e donne nelle aziende? Per Margherita Marchi, che segue da Londra le attività del gruppo Finint ed è onsigliera di amministrazione della sgr, «c’è un rapporto di parità con mio fratello e all’interno dell’azienda abbiamo deciso di diversificare in base alle nostre competenze». Ma è stata la passione a riportare Marchi in azienda dopo un percorso all’estero seguendo, con umiltà, i valori indicati dal padre per il gruppo: «onestà, integrità e trasparenza». Per Naj Oleari, «non è sempre facile entrare in un’azienda di famiglia, è necessario fare l’imprenditore partendo da se stessi».
Margherita Marchi e Luca Naj Oleari: figli d’arte imprenditoriale con personalità
Articolo precedente
De Massis: Quanto pesa l’ombra del fondatore nel futuro di un’impresa
Articolo successivo
Belloni: La certificazione di parità di genere deve essere senza confini
Articoli recenti
- Di padre in figlio: torna il premio per i passaggi generazionali 29 Settembre 2023
- Crescono i Family office (che ora affrontano la sfida della “proprietà responsabile”) 28 Settembre 2023
- Nytimes.com: Dopo tante difficoltà Lachlan Murdoch prende i pieni poteri 22 Settembre 2023
- Renzo Rosso e i bambini-soldato in Congo per un nuovo futuro 19 Settembre 2023
- Premio record per i dipendenti Ferrero (e il bonus si allarga nelle imprese familiari) 19 Settembre 2023