Come nelle attese, il Principato di Monaco, che ospita la più alta concentrazione mondiale di miliardari, è stato aggiunto a una “lista grigia” finanziaria internazionale per non aver fatto abbastanza progressi nella lotta ai flussi illeciti di denaro. Lo ha annunciato il Gruppo di azione finanziaria internazionale (Gafi), un organismo intergovernativo promosso dal G7. Nel corso di una riunione plenaria tenutasi a Singapore, il Gafi ha inoltre aggiunto il Venezuela all’elenco delle nazioni considerate con “carenze strategiche” nel contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, pur collaborando con l’organismo per correggere i problemi.
E’ stata, dunque, confermata l’indiscrezione dell’agenzia di stampa Bloomberg, che nelle scorse settimane aveva raccolto indicazioni da persone a conoscenza della questione.
Nonostante alcuni progressi negli ultimi mesi, permarrebbero importanti carenze da quando gli ispettori europei hanno rimproverato Monaco alla fine del 2022 per la sua inefficace azione penale contro il riciclaggio di denaro.
Costituito nel 1989 in occasione del vertice dei capi di Stato e di governo del G7 tenuto a Parigi, il Gruppo d’azione finanziaria (Gafi), Financial action task force, con sede a Parigi, conta circa 40 membri, tra cui Stati Uniti e Cina, nonché la Commissione europea e il Consiglio di cooperazione del Golfo e ha lo scopo di ideare e promuovere strategie di contrasto al riciclaggio dei capitali di origine illecita e, dal 2001, anche di prevenzione del finanziamento al terrorismo. Nel 2008, il mandato del Gafi è stato esteso anche al contrasto del finanziamento della proliferazione di armi di distruzione di massa.
Secondo Bloomberg la decisione potrebbe danneggiare l’economia di Monaco. Sempre secondo l’agenzia internazionale di stampa, il Fondo monetario internazionale ha rilevato in un rapporto del 2021 che i Paesi della lista grigia hanno registrato «una riduzione ampia e statisticamente significativa degli afflussi di capitali». Ciò rappresenta un pericolo per il settore bancario monegasco: le sue istituzioni finanziarie gestivano circa 160 miliardi di euro (172 miliardi di dollari) alla fine del 2023, circa 20 volte il prodotto interno lordo del Paese.
La mossa arriva in un momento critico per il Monaco, che ha dovuto affrontare una serie di crisi. Il principato è sottoposto al controllo non solo del Gafi ma anche del Gruppo di Stati contro la corruzione, o Greco, che dovrebbe pubblicare un rapporto entro quest’estate esaminando la capacità del governo di eliminare il fenomeno. Il Gafi non aveva risposto a una richiesta di commento da parte di Bloomberg, così come i rappresentanti del Palazzo e del governo di Monaco avevano rifiutato di rilasciare una dichiarazione alle indiscrezioni di Bloomberg..
Diversi temi all’ordine del giorno della plenaria a porte chiuse. Si prevede che la Turchia verrà rimossa dalla lista grigia, ha riferito Bloomberg. Verranno discussi anche i rapporti di valutazione dei sistemi in atto in India e Kuwait. Per Monaco, che non è membro del Gafi, il gruppo si è basato sull’analisi effettuata da un organismo regionale anti-riciclaggio, il Moneyval del Consiglio d’Europa. Nel 2022, una squadra di ispettori di Moneyval ha visitato la città-stato e alla fine ha assegnato a Monaco il peggiore punteggio di efficacia per il modo in cui il Paese persegue il riciclaggio di denaro e recupera i beni. Moneyval ha osservato che i pubblici ministeri di Monaco hanno ottenuto solo sei condanne in casi “semplici” dal 2017 e ha descritto un sistema arcaico per segnalare transazioni discutibili, gestite attraverso posta ordinaria. Nel complesso, gli ispettori hanno riscontrato che Monaco «non ha avuto un approccio strategico» nella lotta al riciclaggio di denaro.
La valutazione del Moneyval e le misure adottate da Monaco per rimediare alle sue carenze costituiranno la base per le discussioni durante la plenaria del Gafi. Per evitare la designazione nella lista grigia, una maggioranza significativa dei membri deve concordare sul fatto che un Paese ha compiuto progressi sufficienti dall’inizio del periodo di valutazione.
Attualmente nella lista grigia ci sono circa 20 Paesi che abbracciano diversi continenti, tra cui Nigeria, Sud Africa, Bulgaria, Repubblica Democratica del Congo, Filippine e Siria. Una classificazione in una lista grigia non è così punitiva come la “lista nera” a più alto rischio del gruppo.
(articolo aggiornato il 28 giugno)