di Maria Elena Viggiano
«È la prima volta che si verificano una collaborazione così ampia e un iter strutturato», dice Barbara Lunghi, responsabile dei Primary markets di Borsa Italiana, parlando del recente disegno di legge intitolato “Interventi a sostegno della competitività dei capitali”, varato da poco dal Consiglio dei ministri. «C’è un grande consenso da parte di tutti gli attori coinvolti che nasce dalla consapevolezza della necessità di rendere i mercati più competitivi e di attrarre un maggior numero di società in quotazione». Gli interventi nella direzione di una riforma sono ormai considerati urgenti, il numero delle società quotate alla Borsa di Milano è sceso dalle 248 di fine 2014 alle 210 di fine 2022 perdendo una capitalizzazione potenziale di circa 50 miliardi di euro. Dunque è arrivato il momento di rendere il mercato dei capitali italiano più competitivo e attrattivo.
Ma il Ddl Capitali «fa parte di un percorso iniziato da tempo con un report dell’Oecd (Oganizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, una istituzione internazionale, ndr) sul mercato dei capitali italiano». In tale rapporto, risalente al 2020, emergeva che le performance dell’economia in Italia erano ancora inferiori rispetto alle altre grandi economie europee e un migliore funzionamento del mercato di capitali poteva accrescere gli investimenti creando occupazione e migliorando la competitività. «Poi c’è stata la pubblicazione del Libro verde del Mef (Ministero dell’economia e delle finanze) su “La competitività dei mercati finanziari italiani a supporto della crescita” e la Borsa italiana è entrata a far parte di Euronext, l’infrastruttura pan-europea degli stock exchange, rafforzando così il mercato italiana all’interno del principale operatore borsistico continentale». Una prima elaborazione delle proposte è stata affiancata da una maggiore semplificazione per le aziende, in linea con la regolamentazione europea. Ricorda Lunghi: «Ad agosto 2022 la Consob ha semplificato la procedura per l’approvazione dei prospetti e ha consentito la pubblicazione dei documenti in inglese. Mentre in ottobre Borsa Italiana ha annunciato la semplificazione delle regole di quotazione».
Così, passo dopo passo, si è arrivati a oggi con «un Ddl che interviene sulla normativa primaria andando ad ammodernare il diritto societario». Gli interventi sono molteplici, «dalla de-materializzazione delle quote di srl alle modalità per effettuare aumenti di capitale, dalla riforma della disciplina degli emittenti di strumenti finanziari diffusi alle nuove norme per lo svolgimento delle assemblee di società per azioni quotate e alle disposizioni in materia di voto plurimo». Inoltre, viene ampliata la definizione di “piccole e medie imprese” emittenti azioni quotate innalzando il tetto della capitalizzazione massima da 500 milioni a un miliardo di euro. Cambiamenti anche per gli investitori: è estesa la qualifica di investitore professionale agli enti previdenziali privati e privatizzati per stimolare gli investimenti. «Erano già state fatte in passato alcune iniziative in tale direzione, in particolare per le start-up innovative, le Pmi innovative e i Pir (piani individuali di risparmio) che hanno portato grandi benefici al mercato ma non sono ancora sufficienti».
Un elenco di proposte con un solo obiettivo: agevolare l’accesso da parte delle imprese ai mercati del capitale. Per Lunghi, «il Ddl va a beneficio di tutte le aziende e permetterà di raccogliere capitali per la crescita, attirare talenti ed essere attrattivi nell’effettuare acquisizioni. Di conseguenza, più società quotate significherà un Paese più competitivo». Ma è anche vero che «la maggior parte delle aziende che si quotano sono aziende familiari». Secondo i dati della XIV edizione dell’Osservatorio Aub (Aidaf Unicredit Bocconi), il 74,9% delle aziende quotate sui mercati di Borsa Italiana sono aziende familiari. Inoltre, nei primi sei mesi del 2022, l’88,5% delle 87 Ipo su Borsa Italiana ha riguardato aziende a controllo familiare.
«Alcune iniziative del Ddl vanno incontro alle loro esigenze specifiche e anche per il futuro sono il naturale beneficiario». Ma quali sono i motivi che spingono queste realtà imprenditoriali alla quotazione? «Sono aziende con una solidità e una visione strategica», conclude Lunghi, «ma si avvicinano alla Borsa per crescere e aumentare la competitività. Poi, al momento dei passaggi generazionali, è un modo per razionalizzare il proprio azionariato permettendo ad alcuni membri della famiglia di uscirne. Infine, la quotazione garantisce maggiore trasparenza».
Nella foto, Barbara Lunghi. Sopra, la sede storica della Borsa di Milano
ENGLISH VERSION
“This is the first time there is such a broad collaboration and a structured process”, says Barbara Lunghi, head of Primary Markets at Borsa Italiana, speaking about the recent bill on “Interventions to support capital competitiveness” recently launched by the Council of Ministers. “There is a great consensus on the part of all the actors involved that stems from an awareness of the need to make markets more competitive and to attract more companies to listing”. Interventions toward reform are now considered urgent; the number of companies listed on the Milan Stock Exchange has fallen from 248 at the end of 2014 to 210 at the end of 2022, losing a potential capitalization of about 50 billion euros. The time has come to make the Italian capital market more competitive and attractive.
But the Capital Bill “is part of a journey that began some time ago with an OECD report on the Italian capital market”. That report, dating back to 2020, found that the performance of the economy in Italy was still lower than in other major European economies, and better functioning capital markets could increase investment by creating jobs and improving competitiveness. “Then there was the publication of the MEF’s Green Paper on “The Competitiveness of Italian Financial Markets to Support Growth”, and Borsa Italiana became part of Euronext, thus strengthening Italy’s market infrastructure within Europe’s leading stock exchange operator”. An initial drafting of the proposals was accompanied by greater simplification for companies, in line with European regulations. Recalls Lunghi, “In August 2022 Consob simplified the procedure for approving prospectuses and allowed documents to be published in English. While in October Borsa Italiana announced the simplification of listing rules”.
Thus, step by step, we have arrived at today with “a Ddl that intervenes on primary legislation going to modernize company law”. The interventions are manifold, “from the dematerialization of shares of LLCs to the procedures for carrying out capital increases, from the reform of the discipline of issuers of widespread financial instruments to the new rules for the conduct of shareholders’ meetings of listed joint-stock companies and the provisions on multiple voting”. In addition, the definition of “small and medium-sized enterprises” issuing listed shares is expanded by raising the maximum capitalization ceiling from 500 million to 1 billion euros. Changes for investors as well, professional investor status is also extended to private and privatized pension institutions to stimulate investment. “Some initiatives had already been made in the past in this direction, particularly for innovative start-ups, innovative SMEs and RIPs, which brought great benefits to the market but are still not enough”.
A list of proposals with one goal: to facilitate access by companies to capital markets. For Lunghi, “the Ddl benefits all companies and will allow them to raise capital for growth, attract talent and be attractive in making acquisitions. As a result, more listed companies will mean a more competitive country”. But it is also true that “most of the companies that list are family businesses”. According to data from the 14th edition of the AUB Observatory, 74.9 percent of companies listed on the Italian Stock Exchange markets are family businesses. Moreover, in the first six months of 2022, 88.5 percent of the 87 IPOs on Borsa Italiana involved family-controlled companies.
“Some of the initiatives in the Bill meet their specific needs and they are the natural beneficiary for the future as well”. But what are the reasons that drive these businesses to listing? “They are companies with solidity and strategic vision”. Lunghi concludes, “but they approach the stock exchange to grow and increase competitiveness. Then, as generational transitions take place, it is a way to rationalize their shareholding by allowing some family members to exit. Finally, listing provides greater transparency”.