di Maria Elena Viggiano
Che cosa significa l’ingresso di un private equity in un’azienda familiare? Quali sono le ragioni che spingono all’apertura a un capitale esterno? Quali le difficoltà? A queste e molte altre domande intende rispondere il workshop «Imprese familiari e fondi di private equity: due mondi che si incontrano per creare valore» a cura di Guido Testa, office leader di Orrick Italia e membro del dipartimento M&A e Private Equity, con la partecipazione di Anna Gervasoni, direttrice generale Aifi, e di Filippo Pancolini, presidente e ceo Cib Unigas (giovedì 6 luglio, ore 9, iscrizioni nella sezione Workshop).
«Il workshop sarà diviso in tre parti», racconta Testa: «un primo intervento di natura tecnica per raccontare gli aspetti più importanti che un imprenditore o un consulente devono sapere per affrontare questo passaggio. Poi cosa significa avviare operazioni di private equity su aziende familiari e quanto incidono sulla crescita. Infine, la testimonianza di un imprenditore che racconterà le ragioni per cui ha deciso di aprire la sua azienda a un fondo e la sua esperienza di governance comune».
Un fondo di private equity è infatti uno strumento importante per far crescere un’azienda perché significa una maggiore apertura al mercato, un supporto nel momento del passaggio generazionale e il raggiungimento di determinati target in tema di Esg (Environmental, social e governance). Non si tratta solo di un sostegno finanziario ma di apportare una cultura aziendale e attuare modalità diverse. Nonostante ciò, le aziende hanno spesso paura di fare ricorso a questi strumenti. Per Testa, «c’è un fattore dimensionale, a volte sono troppo piccole, anche se ci sono fondi che operano su Pmi, e poi la paura da parte degli imprenditori di perdere il controllo dell’azienda e di condividere le decisioni di gestione con un private equity».
Ma non sempre è uno svantaggio, il fondo deve essere anche considerato come «un partner con cui confrontarsi e condividere il peso della gestione». Sono, infatti, molteplici le problematiche che si affrontano quando si guida un’azienda tra cui il ricambio generazionale. Anche in questo caso il fondo interviene sulla managerializzazione dell’azienda, «aiuta l’imprenditore a inserire nuove figure professionali e la famiglia a intraprendere le fasi necessarie per un passaggio generazionale di successo».
Non può poi essere sottovalutata l’importanza di temi legati alla sostenibilità, ormai parte integrante di ogni azienda. «Oggi un fondo di private equity è molto sensibile a queste tematiche e l’imprenditore deve abituarsi a confrontarsi con gli obiettivi Esg anche quando va alla ricerca di finanziamenti. Avendo, quindi, un partner nel capitale della società è costretto a migliorare la propria azienda in tema di trasparenza e di governance, oltre che di incidenza sulla comunità di stakeholder che ruotano intorno alla propria azienda». Con il passare del tempo sempre più aziende sono propense ad aprire il capitale e, dunque, è opportuno conoscere gli strumenti e i passaggi necessari dato che in questo periodo «stiamo assistendo a un vero e proprio cambiamento culturale che va sempre più in questa direzione».