di Daniela Fabbri
«C’è un modo per non litigare in famiglia». Salvatore Tomaselli, professore associato di Economia aziendale all’Università di Palermo, da trent’anni studioso delle dinamiche delle aziende familiari, ne è convinto. E porterà la sua esperienza nel workshop dal titolo volutamente provocatorio, “Fratelli coltelli?”, pur attenuato dal sottotitolo “è sempre meno vero”.
«Nel workshop porterò alcuni casi che ritengo emblematici fra quelli che ho incontrato in tutti questi anni, in aziende familiari dei cinque continenti», spiega Tomaselli. «Partendo dalle situazioni che tutti noi esperti riteniamo più pericolosi, quelli con aziende divise in parti uguali in cui ognuno dei due protagonisti deve trovare un proprio ruolo, a quelli in cui il passaggio dalla prima alla seconda generazione attraversa momenti difficili, magari anche per errori dei fondatori». Le storie di cui racconterà nel workshop sono però tutte contraddistinte da un elemento comune: la cura nelle relazioni.
«Aram Manoukian, past president di Confindustria Como, durante un suo viaggio in Sicilia disse una cosa che ritengo molto importante: da quando è diventato Ceo della sua azienda dedica il 50% del tempo all’azienda e il restante alle relazioni con la famiglia e della famiglia con l’azienda», spiega ancora Tomaselli. Una strategia che secondo Tomaselli è alla base del successo delle aziende familiari e soprattutto dei passaggi generazionali. «L’armonia familiare non nasce per caso. Nasce perché ci si lavora, perché le relazioni familiari al servizio della longevità dell’impresa e della pace familiare sono coltivate quotidianamente, pur nelle differenze di caratteri, prospettive, sensibilità dei vari membri della famiglia. Ma sapendo costruire un terreno comune su cui far crescere il rapporto. Quando questo lavoro viene fatto con cura i risultati si vedono». Anche affidando a un membro della famiglia la responsabilità di coltivare e perpetuare il patrimonio familiare: «Una storia molto significativa è quella spagnola del Grupo Mas, che sarà presente al Forum: i fondatori hanno una storia particolare e appassionante, e da sempre investono sull’identità familiare. C’è un membro della famiglia che si occupa proprio di questo, organizza i raduni, tiene i contatti con tutta la rete familiare, si preoccupa di favorire l’inserimento in azienda delle generazioni più giovani».
I fratelli coltelli si possono quindi evitare? » perché è evidente che gestirle può essere complicato. Ma non c’è altra possibilità. Certo, quando il patrimonio si tramandava in modo unitario questi problemi non c’erano. Ma ora c’è una compagine, e per questa compagine bisogna avere attenzione. Sappiamo tutti che il Ceo di un’azienda quotata in Borsa passa una parte significativa del suo tempo a curare le relazioni con gli investitori. Questo deve essere fatto anche nelle aziende di famiglia, con chi detiene parte della proprietà. Pur esigendo rispetto per chi di fatto gestisce l’azienda. Quando questi rapporti non vengono curati gli investitori scappano. I familiari invece litigano, perché scappare dall’azienda di famiglia non si può».