Quotidiano online sulle imprese familiari fondato e diretto da Maria Silvia Sacchi*
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PIAZZA AFFARI / RAPPORTO CONSOB

Quasi due terzi delle società quotate sono a controllo familiare

Gli amministratori family (azionisti di controllo o a essi collegati) sono presenti in 118 società (57% del totale, pari a oltre il 90% di quelle controllate da famiglie
News, Analisi
Pubblicato il 26 Lug alle 13:28

Le società a controllo familiare rappresentano quasi i due terzi del totale in Piazza Affari. Lo certifica il Rapporto sulla corporate governance 2024 pubblicato dalla Consob, che indica la percentuale del 60,2% (pur scesa dal 62,4% del 2023).  La famiglia così resta protagonista della Borsa con alcune particolarità. Eccole.

Nelle imprese a controllo familiare, gli amministratori family (cioè membri della famiglia dell’azionista di riferimento o ad essa strettamente legati) sono presenti nel 90% dei casi (il 57% delle società quotate complessive).

Il 15% degli amministratori è un membro della famiglia. La percentuale rappresenta una quota che sale al 20% nelle società Star e al 19% nelle Pmi.

La loro incidenza complessiva nei cda è piuttosto stabile nel tempo, con un lieve calo di 1 punto percentuale rispetto al 2011, in un contesto che ha visto diminuire anche il numero totale di società quotate (da 255 nel 2011 a 208 nel 2023).

L’aumento della presenza femminile nei consigli ha modificato nel tempo la composizione dei board, con a una leggera riduzione della quota di consiglieri family, che risulta più marcata tra le amministratrici donne.

Secondo il Rapporto, la famiglia resta protagonista dove detiene il controllo e tra famiglie e governance il legame è ancora forte, ma in progressiva trasformazione

Il Rapporto 2024, giunto alla 13ma edizione, riporta le evidenze aggiornate in materia di corporate governance delle società italiane con azioni ordinarie quotate sul principale mercato regolamentato italiano, Euronext Milan (EXM), organizzato e gestito da Borsa Italiana spa. I temi trattati nel Rapporto riguardano: gli assetti proprietari delle società a fine 2024; le caratteristiche degli organi sociali desunte dalle Relazioni sul governo societario e gli assetti proprietari pubblicate dagli emittenti nel 2024 e riferite all’esercizio 2023; l’evoluzione della presenza femminile negli organi di amministrazione e controllo a fine 2024; gli esiti delle votazioni sulle politiche di remunerazione e i compensi corrisposti nelle assemblee annuali svolte nel primo semestre del 2024 dalle maggiori 100 società quotate per capitalizzazione (pari al 96% del valore complessivo di mercato al 30 giugno 2024); le tipologie di operazioni con parti correlate comunicate dalle società quotate al pubblico e alla Consob nel periodo 2011-2024. Il Rapporto contiene alcune evidenze di confronto tra piccole e medie imprese (Poi) quotate (definite in base al parametro dimensionale di un miliardo di capitalizzazione di mercato) e altre società quotate. Inoltre, questa edizione riporta un approfondimento relativo alle cosiddette politiche di engagement adottate dalle società quotate in applicazione di specifiche raccomandazioni dell’autodisciplina.

Il primo azionista…

I dati rilevati confermano in media l’elevata concentrazione proprietaria delle società quotate italiane a fine 2024. La quota del primo azionista risulta in media pari a circa il 48%, leggermente inferiore al valore regi- strato nel 2023 e in lieve aumento rispetto al 2011, quando era pari al 46% circa. Nell’azionariato è rilevante la presenza di investitori
istituzionali mostra una lieve ripresa a fine 2024, con 53 società partecipate (27% del totale) e 71 partecipazioni rilevanti, rispetto all’anno precedente in cui erano 51 le società partecipate (24%) e 70 le partecipazioni rilevanti. I dati mostrano quindi un’interruzione del trend che nel periodo 2019-2023 ha visto ridursi la presenza di investitori istituzionali, in particolare quelli esteri, per i quali a fine 2024 si registra un lieve incremento sia nel numero di società partecipate (21,5% nel 2024 vs. 19% nel 2023), soprattutto emittenti di grandi dimensioni, sia nel numero di partecipazioni rilevanti detenute (52 nel 2024 contro 48 nel 2023).

Avanza il voto maggioritario

A fine 2024, 72 emittenti hanno previsto il voto maggiorato in statuto (74 nel 2023), rappresentativi del 14,7% del valore totale di mercato (16,8% nel 2023). Tra questi emittenti, dieci hanno previsto un voto maggiorato rafforzato, con la possibilità di maturare fino a dieci voti per azione in otto casi e fino a tre voti in due casi.
A fine 2024 la quota degli incarichi di amministratore ricoperti da donne è stabile al 43%, valore superiore alla quota di genere dei due quinti dell’organo prevista dalla legge 160/2019. In linea con gli anni passati, le donne sono consiglieri indipendenti in tre casi su quattro (74,2%) e più raramente ricoprono il ruolo di amministratore delegato o di presi- dente dell’organo amministrativo (rispettivamente in 18 e 28 casi, pari al 2,2% e 3,5% del totale degli incarichi femminili). La titolarità di incarichi di amministrazione in più di un emittente quotato (interlocking) riguarda il 27,6% delle donne; il dato è superiore a quello degli uomini ma mostra una graduale e continua riduzione dopo il picco del 34,9% raggiunto nel 2019.

Il modello monistico

Il modello tradizionale di amministrazione e controllo si conferma adottato dalla maggioranza delle società quotate italiane da molti anni; nel 2024 si osserva tuttavia un aumento del modello monistico riferibile alle piccole e medie imprese (+6 società, pari a circa l’11% in termini di capitalizzazione di mercato).
Nel 2023 i comitati endoconsiliari sono presenti in quasi tutte le imprese. Continua ad aumentare il numero degli emittenti che isti- tuiscono un comitato sostenibilità (è infatti presente nel 68% delle imprese, a fronte del 61% nell’anno precedente) e, in particolare, di quelli che hanno scelto di affidare le competenze in materia a un comitato ad hoc specificamente dedicato (da 38 a 48 imprese, ovvero dal 19% al 23% del totale delle imprese).
I piani di successione sono adottati dal 34,6% delle società a fine 2023; il dato risulta pressoché invariato rispetto al 2022 ma in crescita nel lungo periodo (3% circa nel 2011).
A fine 2023 gli amministratori family (azionisti di controllo o a essi collegati) sono presenti in 118 società (57% del totale, pari a oltre il 90% di quelle a controllo familiare) e pesano in media il 15% degli incarichi complessivi (il 25% nelle imprese a controllo familiare); il peso degli amministratori family è più elevato, raggiungendo un quinto degli incarichi, nelle società del segmento Star e nelle Pmi. Analogamente a quanto già rilevato negli anni precedenti, l’aumento della presenza femminile negli organi sociali si è accompagnato nel corso degli anni a un’evoluzione delle caratteristiche dei componenti. Si registra in particolare nel cda, con maggiore evidenza per i consiglieri donna, un aumento del livello di istruzione e della varietà dei profili professionali e una riduzione degli amministratori family.

Investitori istituzionali

Nel corso della stagione assembleare 2024 delle 100 società quotate a più alta capitalizzazione, la partecipazione degli azionisti è stata in media pari al 77% del capitale sociale, a fronte del 77,8% rilevato nel 2023. Rispetto all’anno precedente, risulta stabile la partecipazione degli investitori istituzionali, che hanno rappresentato il 21,2% del capitale sociale. In particolare, sono rimaste pressoché invariate le percentuali relative alla partecipazione sia degli investitori istituzionali esteri (pari al 18,1%) sia degli investitori istituzionali italiani (pari al 3,1%); questi ultimi hanno preso parte a 97 assemblee (contro 99 nel 2023). In media, nel 2024 è leggermente diminuito rispetto all’anno precedente il dissenso assembleare sulle politiche di remunerazione e sui compensi corrisposti, essendo stato rispettivamente pari all’8,8% (contro il 9,2% nel 2023) e al 7,7% (8,2% nel 2023) del capitale sociale. Nell’ambito dei soli voti espressi dagli investitori istituzionali, nell’ultimo anno è lieve- mente aumentato il dissenso sulle politiche di remunerazione (pari al 47,5% del totale dei voti degli istituzionali, dal 47% nel 2023) a fronte di una diminuzione dello stesso in relazione al voto sui compensi corrisposti (41,5% dei voti degli investitori istituzionali rispetto al 44% nell’anno precedente).

Le parti correlate

Le operazioni di maggiore rilevanza con parti correlate (Opc) realizzate nel periodo 2011-2024 e comunicate ai sensi della disciplina vigente sono state 796 (50 nel 2024, numero in aumento rispetto all’ultimo biennio ma inferiore al dato medio di 57 documenti per anno), in prevalenza poste in essere da società di piccole dimensioni. Inoltre, dal 2011 al 2024, 321 Opc di maggiore rilevanza ordinarie e a condizioni di mercato sono state esentate dall’applicazione della disciplina prevista dal Regolamento Consob e comunicate alla Consob (14 nel 2024, dato in riduzione nell’ultimo biennio e inferiore al dato medio di circa 23 operazioni ordinarie per anno). Tali operazioni, comunicate alla Consob ai sensi della relativa normativa, sono in prevalenza realizzate da società a elevata capitalizzazione.

 

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