È solo la punta dell’iceberg, con il rischio che il fenomeno cresca di dimensioni e si allarghi ad altri settori. Il grido di allarme delle istituzioni e delle charity britanniche attive nel settore delle manifestazioni d’arte e della promozione culturale è rimbalzato sul Financial Times: gli stranieri ricchi che avevano scelto la residenza fiscale (non quella effettiva del domicilio) nel Regno Unito favoriti dalla legge sui cosiddetti non-dom (non domicialiati) stanno ritornando all’estero dopo la scelta del governo di rivedere gli sconti tributari. E una delle conseguenze è che le loro donazioni nel mondo dell’arte, importanti in un settore che vive proprio di questo, si stanno drasticamente riducendo mettendo in crisi mostre, fiere e mercati. Un segnale che, se allargato ad altri comparti del mondo no-profit, potrebbe portare a un generale impoverimento. Quindi non è solo un problema di minor affluenza di capitali che pesa sulla congiuntura economica generale, ma un trend negativo che sta mettendo in discussione molti progetti in un settore diventato una delle leve più importanti per il turismo nel Regno Unito.