di E.T.
È scomparso due anni fa ma i pubblicitari lo stanno rendendo immortale, almeno sotto il profilo della comunicazione con lo slogan che rimbalza ancora in radio e tv: “Banca Mediolanum, costruita intorno a te”. Uno slogan voluto da Ennio Doris che ha portato fortuna all’istituto di credito milanese fondato in società con Silvio Berlusconi ma costruito su sua misura. Con una carica inesauribile per i collaboratori e per la famiglia, la moglie Lina e i due figli. Massimo, subentrato nella carica al vertice di Mediolanum e naturale protagonista degli spot disegnati in assoluta continuità con il padre. E Sara, che è vicepresidente, orgogliosa autrice di una biografia appena edita da Piemme (Ennio mio padre) dove si capisce il segno lasciato dal genitore in azienda, in famiglia e nel paese di origine, Tombolo, in provincia di Padova, frequentato negli anni dei successi con la stessa spontaneità di quando adolescente seguiva il padre nei mercati (da qui l’abitudine mai abbandonata di girare con un rotolo di banconote in tasca), anche da ottantenne per una partita al bar con gli amici sopravvissuti. Questa spontaneità e la capacità di ascoltare il sentiment della gente, nel suo caso dei risparmiatori italiani, sono due degli elementi alla base del suo successo. Una empatia collaudata mille volte nelle telefonate con i clienti recitate davanti ai giovani consulenti per trasmettere la sua convinzione che Mediolanum non aveva l’ambizione di fare semplicemente utili (o almeno non solo quelli) ma di fare gli interessi dei risparmiatori e quindi di conseguenza l’interesse di tutto il gruppo.
Il libro ripercorre la vita di Ennio Doris con la sua stessa semplicità, senza fronzoli se non i comprensibili aggettivi dettati dall’amore della figlia, copiato da quello dei genitori per lei e il fratello e tra di loro. L’incontro tra adolescenti, le vacanze a Jesolo, la voglia di fare (lei con una profumeria in proprio nel paese, lui con un posto in banca che poi ha lasciato per percorrere una sua strada imprenditoriale, all’nizio come promotore e capo di un team di una società pioniera nel campo e quindi con Mediolanum, nella quale ha coinvolto subito Silvio Berlusconi nello storico incontro a Portofino. «Silvio ed Ennio erano due fratelli. Rendevano semplice il complesso, assieme si sono completati. A loro bastava uno sguardo per capirsi. Un po’ come a quel primo incontro a Portofino» (da una intervista di Lina Doris).
Il segno lasciato ai figli è una energia che sentono dentro di loro tanto che con lo spirito vedono il padre sempre presente. In continuità tra la grande famiglia della banca e la famiglia tradizionale alla quale ha dato tutto, dice Sara Doris. «È ancora tra noi e tutti lo percepiamo», ha spiegato per sottolineare che non si tratta di un tributo dovuto a un grande imprenditore e a un grande padre ma di una condivisione dei principi che hanno animato la famiglia tra sorrisi (nei momenti di grandi boom finanziari) e facce serie nei giorni della crisi Lehman Brothers, crisi affrontata con una strategia originale che la dice lunga sul carattere di Ennio Doris: mettere in gioco milioni di capitali propri per rimborsare i clienti che avevano in portafoglio le obbligazioni maledette. Il libro è anche un messaggio virtuale al padre: «Hai lasciato la banca in buone mani e tu sarai sempre con noi».
I sentimenti non impediscono, comunque, di occuparsi, con la freddezza dei numeri, della gestione degli asset, della sorveglianza dei mercati, dei rapporti con la clientela e soprattutto di seguire giorno per giorno i family banker. Non solo. C’è anche l’azione di lobbying, come è accaduto in questi mesi quando, in sintonia con i grandi azionisti Marina e Piersilvio Berlusconi e con le altre banche, stanno riuscendo a neutralizzare di fatto la proposta del governo (peraltro considerato politicamente amico) di tassare gli extra-profitti degli istituti di credito realizzati grazie al grande rialzo dei tassi. Proprio come avrebbe fatto Ennio.
Nella foto in alto (e nella copertina del libro), Sara e Ennio Doris