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SONDAGGIO BVA DOXA

C’è coaching e coaching: così si evolve la formazione nelle aziende

Il 95% delle medie e grandi aziende italiane ha offerto corsi ai dipendenti. Adesso la domanda è per la personalizzazione e la qualità dei consulenti
News, Analisi
Pubblicato il 6 Novembre 2024

Nell’ultimo anno, il 95% delle medie e grandi aziende italiane ha offerto corsi di formazione ai propri collaboratori, un dato che arriva al 100% in quelle con più di 500 dipendenti.. E quasi tutte si dicono propense ad avviare percorsi dedicati o continuare quelli già intrapresi. È quanto emerge dall’indagine sul business coaching promossa da Speexx, azienda specializzata in formazione linguistica e business coaching, realizzata da Bva Doxa con la partecipazione dell’Osservatorio Hr innovation practice del Politecnico di Milano. Con l’obiettivo di mappare l’impatto del coaching sul benessere e lo sviluppo delle persone in azienda, Bva Doxa ha intervistato  i responsabili Hr di organizzazioni con almeno 250 dipendenti operanti in diversi settori su tutto il territorio italiano per conto di Speexx (2 mila dipendenti a Monaco, Madrid, Milano, Parigi, San Paolo, New York e Shanghai)

Nell’86% dei casi le discussioni interne all’azienda relative alla possibilità di avviare dei percorsi di business coaching si sono concretizzate con l’attivazione di programmi dedicati. La ragione principale è la crescita dei propri collaboratori (84%), insieme alle chance di aumentare le opportunità di business (51%). Quanto alle aree aziendali nelle quali l’impatto è maggiore, prevalgono l’organizzazione e gestione del personale (34%), la pianificazione strategica (20%) e quella commerciale (19%), subito seguite da customer care (11%), comunicazione (6%) e produzione (5%).

L’indagine ha, inoltre, rilevato quanto sia efficace affidarsi a risorse esterne specializzate. La modalità in outsourcing è stata indicata da gran parte del campione intervistato come particolarmente vantaggiosa per preparare le persone a svolgere il proprio ruolo in azienda (64%).

 

 

Per il 60% del campione il contenuto del percorso di coaching è di gran lunga più importante rispetto alla modalità di erogazione. Infatti, l’indagine registra praticamente un pari merito tra chi resta fedele agli incontri dal vivo (20%) e chi predilige il coaching online (per il 19% degli intervistati questa modalità garantisce maggiore flessibilità, permettendo di gestire in autonomia gli appuntamenti, ovunque e in qualunque orario).

Per completare l’identikit del percorso ideale non può mancare una riflessione sulla figura del business coach, le cui caratteristiche e abilità devono essere cucite su misura rispetto alla realtà aziendale con la quale si interfaccia e agli obiettivi professionali degli utenti. Tra le sue qualità più apprezzate, la capacità di sapersi concentrare sui cambiamenti (28%), l’esperienza acquisita nel settore in cui opera l’azienda (25%) e la capacità di porre le domande giuste ai suoi interlocutori (25%).

Le aziende sono soddisfatte lei piani di formazione, ma per il 46% ci sono ancora margini di miglioramento.

 

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