di Riccardo Sacchi
Se il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’uscita degli Usa, oltre che dall’Oms, anche dagli Accordi di Parigi, ovvero dal trattato delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, un gruppo di grandi filantropi americani garantiranno che questo passo indietro sul clima non ci sia. A Davos, dove il presidente Trump ha confermato la sua posizione, l’inviato speciale delle Nazioni Unite Michael R. Bloomberg ha, infatti, annunciato uno sforzo per garantire che gli Stati Uniti rispettino invece gli impegni dell’accordo di Parigi.
La posizione di Trump
Parlando in collegamento al vertice di Davos lo scorso giovedì 23 gennaio, il presidente americano ha definito una “truffa verde” gli Accordi di Parigi, per i quali aveva già firmato l’ordine esecutivo di uscita degli Usa. Alla conferenza, presente l’élite globale, Trump ha messo in chiaro che l’America Fist si struttura su tasse più basse (anche al 15% per chi sceglie di produrre negli Stati Uniti) e l’abolizione del Green Deal. Per tornare ad “un’età dell’oro” Trump vuole passare per l’indistruttibile carbone, che non teme “né il clima né una bomba”.
La risposta di Bloomberg
Lo stesso giorno, e sempre a Davos, Bloomberg Philanthropies, decima organizzazione filantropica degli Stati Uniti (dati di Foundation Center) ha rilasciato il suo comunicato di senso contrario. “Bloomberg Philanthropies e altri finanziatori statunitensi per il clima – dice la nota emessa – garantiranno che gli Stati Uniti rispettino i propri obblighi climatici globali a seguito dell’intenzione del governo federale di ritirarsi dall’Accordo di Parigi per la seconda volta”
Michael R. Bloomberg insieme ad altri filantropi garantiranno, dunque, che gli obblighi di finanziamento e di rendicontazione della nazione nei confronti del Segretariato delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici siano rispettati. Bloomberg continuerà inoltre a sostenere America Is All In – una coalizione di città, Stati, aziende e altri leader climatici subnazionali degli Stati Uniti – lavorando per rispettare l’impegno degli Usa di ridurre le emissioni del 61-66% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2035. “Sempre più americani hanno visto le loro vite dilaniate da disastri alimentati dal clima” ha detto Michael Bloomberg, ricordando gli incendi in California.
E aggiungendo che, al tempo stesso, “gli Stati Uniti stanno sperimentando i benefici economici dell’energia pulita, poiché i costi sono diminuiti e i posti di lavoro sono cresciuti”. Bloomberg si è focalizzato su lavoro fatto fino ad ora in contrasto al cambiamento climatico e sprona a far di più: “il ruolo della filantropia nel guidare l’azione a livello locale, statale e del settore privato è più cruciale che mai e noi ci impegniamo a guidare la strada”.
Il ruolo della filantropia
Le risposte a livello internazionale non si sono fatte attendere. “Apprezziamo profondamente il generoso supporto di Bloomberg Philanthropies e la leadership dimostrata da Mike Bloomberg”, ha affermato Simon Stiell, segretario esecutivo delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici. I finanziamenti governativi rimangono essenziali per la mission UN di contrasto al cambiamento climatico, contributi economici ingenti – come quelli che Bloomberg Philanthropies è in grado di garantire – “sono vitali per supportare i Paesi nell’adempimento dei loro impegni ai sensi dell’Accordo di Parigi e un futuro a basse emissioni, resiliente e più sicuro per tutti”, ha concluso Stiell.
Anche Laurence Tubiana, ceo della European Climate Foundation ha sottolineato che “nessun Paese può risolvere da solo o permettersi di ignorare il cambiamento climatico”. Tubiana ha aggiunto che “la filantropia statunitense, insieme a milioni di americani, città e Stati in tutto il Parse, sta intensificando gli sforzi, riconoscendo gli enormi benefici dell’azione per il clima, la necessità di perseguire la transizione verso un’economia a zero emissioni di carbonio e i costi devastanti dell’inazione”.
La fondazione Bloomberg
La fondazione comprende tutte le donazioni di beneficenza del fondatore Michael Bloomberg ha un patrimonio netto nel 2024 di 96,3 miliardi di dollari. Le donazioni totali effettuate dal 2006 hanno superato i 17,4 miliardi di dollari. Michael Bloomberg rientra tra i 25 filantropi più facoltosi degli Stati Uniti e negli anni ha ricoperto ruoli politici come sindaco di New York e candidato alla nomination democratica del 2020 per la presidenza USA.Nel 2014, l’allora segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon lo ha nominato come suo primo inviato speciale per le città e i cambiamenti climatici.
(Nella foto, Michael Bloomberg, dal sito della BloombergPhilanthropies)